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Aggiornato: 6 giugno 2025


A una certa mossa l'alfier nero perdette terreno, la torre bianca colla sua marcia potente e diritta lo offendeva e ad ogni passo minacciava di coglierlo.

Ed ecco, tratto da due bovi guarniti a nero, avanzarsi lentissimo un carro, e sopra quello la povera nostra Margherita.

Mosso ch'ella ebbe un piede fuori della porta le andò incontro il Crocifisso della Misericordia a mezzo involto dentro un velo nero lungo e pendente, che, ventilato dal soffio del vento settembrino, pareva una vela gonfia dall'aura propizia alla partenza. Il Crocifisso le s'inchinò davanti come per salutarla, ed ambe le donne si prostrarono.

enorme cappello a cupola dalle amplissime tesi rigide con nappe e fiocchi penduli, tutto nero; ampia cappa di seta nera, con largo bavero e lunghi fiocchi come sopra: maniche a sbuffi fermi nel polso con risvolti bianchi, smerlettati; la cappa è lunga fin sotto i ginocchi; calzoni alla francese, larghi alla coscia e stretti al tallone, con tasche davanti; panciotto di velluto nero alla marescialla; ampio colletto inamidato a svolti sul bavero della cappa e cravattone a svolazzo anch'esso nero, di crespo di Cina; scarpe a gondola di camoscio nero; borsa di seta a maglia, con bocca d'argento ad anello a molla, capace e rigonfia, pendente sotto il panciotto.

L’amica dei notturni viandanti, spuntando dietro al castello di Torrespina, facea risaltare nel limpido cielo le opache sue cime, a guisa d’un nero merletto su d’una veste bianca, e mandava uno sprazzo di luce sul sentieruolo, che, costeggiando il fosso, saliva fino in capo all’erta dov’era l’antico mastio della rocca.

Il treno si era appena fermato che un piccolo signore, da uno scompartimento di prima classe, si era affrettato a chiamare: Aprite, presto, presto! Poi si era calato da , come se la carrozza fosse in fiamme: ma un po' impediva il ventre che sporgeva dagli svolazzi di un giacchetto di orléans nero; un poco era colpa delle gambine esili, che non riuscivano a toccare il predellino.

Gl'introiti delle serate andavano benissimo. Folla ogni sera, da dover rimandare la gente; e a desinare vassoi di vermicelli e tocchi di carne e frutta e vino: sembrava carnevale ogni giorno, come diceva Cardello, che ingrassava a vista d'occhio. Donna Lia (era naturale) stonava in mezzo a tutto quello sperpero e tra tanta allegria, vestita di nero, con gli occhi cerchiati di livido perchè appena restava sola, con la porta chiusa, si sfogava a piangere la morticina del suo cuore, quasi non fosse gi

Provocata e inseguita, spruzza dalla sua borsa un liquido nero come l'inchiostro, e intorbida le acque, in guisa da rimanere invisibile e inafferrabile. La filologia è come la seppia.

Il buio della camera era per lei come un velo nero, dietro cui si nascondesse la felicit

Essa, in un travaglio oramai secolare, ha accumulato un prodigioso tesoro di parole tecniche, di segni convenzionali, formule, abbreviazioni, sigle, riferimenti, ed anche peculiari stranissimi atteggiamenti di pensiero: tutto un gergo ostico ed incomprensibile ai profani. Provate a toccarla con la punta d'un dito, ed essa schizza intorno a nero e nero, senza parsimonia.

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