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Aggiornato: 28 luglio 2025
Mentre i Napoletani si dedicano con grande amore allo studio della filosofia tedesca di Kant, di Hegel, di Schelling, lo studio della poesia tedesca si è largamente diffuso nell'Italia del nord e centrale, ed ha preso un vero impulso. Le belle traduzioni del Maffei hanno introdotto Schiller, non solo sulle scene, ma nelle famiglie, ed i migliori lirici moderni, Heine, Lenau, Uhland, non sono ignoti in Roma. Molti degli attuali poeti romani parlano o capiscono il tedesco e leggono nell'originale i nostri poeti. Ciò che di essi specialmente li attrae, è il loro carattere grave, così diverso dalla poesia dei sonetti d'occasioni e dei concettini e degli artificii; è la musicale vivacit
Ha lasciato il suo reggimento di fanteria per il comando di un reparto d'assalto. Fra le gomitate, gli urli dei suoi fez neri, mi racconta: A Meolo, c'era da ridere. Una battaglia di clown e buffi napoletani. Vero bordello pieno di risse di avvinazzati. Ma quanto sangue e quanti morti! Però tutto era allegro. Non ho mai visto tanta confusione.
AGIATO. Alla mia vengono i veneziani, i genovesi e i fiorentini. PEDANTE. Ove alloggiano i napoletani? FRULLA. Con me. AGIATO. Lasciatevi dire. Alloggian, la piú parte, all'«Amore». FRULLA. E quanti ne alloggian con me? FABRIZIO. Il duca di Malfi dove alloggia? AGIATO. Quando alla mia, quando alla sua, quando alla «Spada», quando all'«Amore», secondo che ben gli mette.
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