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Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.

Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.

Adunque perchè 'l canto sia canto degno di Donna cara movete insieme e con voi mova Apollo: mova tutto Elicona e si raccolga tutto lo spirto vostro entro al mio petto.

Qui si monta per luoghi alpestri ed ermi; raro sentier v'appar, rari vestigi; v'ascende uom mortal, cui 'l ciel non chiama. Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.

Disgraziatamente, questo esempio ha prodotto i suoi effetti nel popolo: e se ne movete lagnanza, vi sentite rispondere: «Così fanno pure gl’Inglesi»⁴⁵². ⁴⁵² Bartels, op. cit., v. III, pp. 539-40. I seguaci della pazza usanza si chiamavano intonati: e 'ntunatu nel dialetto siciliano resta anche oggi a denotare persona che stia sul grave, o che affetti di non conoscere e di non sapere.

Quella cui diede il cerchio in cui si mira errar d'intorno con cangiati aspetti, la dea de la cornuta e bianca fronte, fu la bella Talia, la cui virtute fa verdeggiando germogliar gl'ingegni di verdura immortal di fiori eterni. Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.

Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori. Questi nitrendo e dibattendo l'ale si levò in aere, e dopo un lungo corso pervenuto al bel giogo ond'io favello, volando tuttavia, nel duro masso percosse un'unghia, e quei ratto s'aperse larghi versando e liquidi cristalli.

Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori. Urania su volando altera salse fra mille lumi, ed or in or s'aggira lieta del suo bel ciel cantando intorno.

Cercarono da per tutto: dietro a' mobili; sotto il letto; e accortisi finalmente dell'uscio del camerino, lo sfondarono a calci, e dentro. Seguì una confusione terribile: Son qua.... son qua.... Non vi movete, sangue.... Assassino.... Si.... signori miei.... si....gnori miei.... E strilli di donne.

Noi ci volgiam coi principi celesti d'un giro e d'un girare e d'una sete, ai quali tu del mondo gia` dicesti: 'Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete'; e sem si` pien d'amor, che, per piacerti, non fia men dolce un poco di quiete>>. Poscia che li occhi miei si fuoro offerti a la mia donna reverenti, ed essa fatti li avea di se' contenti e certi,