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Aggiornato: 13 giugno 2025
«Ah! sclamò Mattia mostrandosi offeso: se non mi stimate più per un galantuomo, allora....! «Galantuomo? Ebbene se lo siete...., il tesoro l'andremo a cavare insieme e adesso.... «Ma non pensate, che bisogna avere un palo di ferro, una marra, un diavolo che ci porti voi e me? «L'ho qua io l'arnese....; ci aveva pensato....»
Se i Monsignori di Roma, invece di copiose prebende, che godono nell'ozio, e che gonfiano le loro potenze sensuali, fossero obbligati a piegar la schiena sotto il piccone o la marra, molto più sobri certamente essi sarebbero, e più temperanti.
Dietro lo scoppio del vespro, la casa di Angiò volle gittar sui ministri tutto il carico del mal governo. Il principe dunque di Salerno, erede presuntivo della corona, denunziò a' popoli del regno di terraferma quattro Marra fratelli, e due Rufulo padre e figliuolo «inventori di tutti i modi di spogliare i popoli, pei quali la Sicilia s'era ribellata.
E veramente ei fu uno dei capitani che consigliarono nel cominciar del seguente anno 1283 il tramutamento del campo da Reggio al piano di Santo Martino, come si scorge da un diploma del principe di Salerno, cavato dal r. archivio di Napoli, e citato da D. Ferrante della Marra. Discorsi, Napoli, 1641, pag. 46, a t. Veggasi anche l'altro diploma del 20 aprile 1283, citato al cap. X di questo lavoro.
Non e` nuova a li orecchi miei tal arra: pero` giri Fortuna la sua rota come le piace, e 'l villan la sua marra>>. Lo mio maestro allora in su la gota destra si volse in dietro, e riguardommi; poi disse: <<Bene ascolta chi la nota>>. Ne' per tanto di men parlando vommi con ser Brunetto, e dimando chi sono li suoi compagni piu` noti e piu` sommi.
È un diploma di Carlo I dato il 22 giugno tredicesima Ind. , nel quale se ne cita un di Manfredi del 25 agosto ottava Ind. , dato per Joannem de Procita, e indirizzato a Risone Marra intorno l'uficio di maestro segreto e portulano di Sicilia. Questo diploma conferma che Giovanni fu cancelliere di re Manfredi.
Non e` nuova a li orecchi miei tal arra: pero` giri Fortuna la sua rota come le piace, e 'l villan la sua marra>>. Lo mio maestro allora in su la gota destra si volse in dietro, e riguardommi; poi disse: <<Bene ascolta chi la nota>>. Ne' per tanto di men parlando vommi con ser Brunetto, e dimando chi sono li suoi compagni piu` noti e piu` sommi.
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