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Aggiornato: 29 giugno 2025
Aronta e` quel ch'al ventre li s'atterga, che ne' monti di Luni, dove ronca lo Carrarese che di sotto alberga, ebbe tra bianchi marmi la spelonca per sua dimora; onde a guardar le stelle e 'l mar no li era la veduta tronca. E quella che ricuopre le mammelle, che tu non vedi, con le trecce sciolte, e ha di la` ogne pilosa pelle,
Su, su, giovani! sulle mura d'ogni vostro paese, nei marmi votivi, sono scolpiti i nomi dei vostri cari e quei nomi sono solcati dal sangue dei morti e dalle lagrime dei superstiti sangue e lagrime che valsero a darvi una patria libera e indipendente! Innanzi a tali ricordi l'irrisione diventa bestemmia!... Giovani d'Italia venite con me a salutare i soldati del patrio risorgimento!
Aronta è quel ch’al ventre li s’atterga, che ne’ monti di Luni, dove ronca lo Carrarese che di sotto alberga, ebbe tra ’ bianchi marmi la spelonca per sua dimora; onde a guardar le stelle e ’l mar non li era la veduta tronca. E quella che ricuopre le mammelle, che tu non vedi, con le trecce sciolte, e ha di l
E voi dal tempo chiamo E voi governo, ombre sepolte all'ombra Dei vecchi monasteri, illividite Nei passeggiati marmi, invan da mille Anni consunti nelle cripte e spenta Fin nella mente degli scribi illustri, Che di vostr'ombra pascono la scarna Gloria che li fa vivi. E vanno i canti Per l'alte ogive e fremon le dipinte Finestre al pio riverbero che emanano I dischiusi sepolcri.
Si` comincio` lo mio duca a parlarmi; e accennolle che venisse a proda vicino al fin d'i passeggiati marmi. E quella sozza imagine di froda sen venne, e arrivo` la testa e 'l busto, ma 'n su la riva non trasse la coda. La faccia sua era faccia d'uom giusto, tanto benigna avea di fuor la pelle, e d'un serpente tutto l'altro fusto;
Sì cominciò lo mio duca a parlarmi; e accennolle che venisse a proda, vicino al fin d’i passeggiati marmi. E quella sozza imagine di froda sen venne, e arrivò la testa e ’l busto, ma ’n su la riva non trasse la coda. La faccia sua era faccia d’uom giusto, tanto benigna avea di fuor la pelle, e d’un serpente tutto l’altro fusto;
Con poche pennellate di biacca sgorbiò un po' di fondo di tela non ancora coperto di colore, e si tirò indietro per riconoscere che quell'albore rinforzava benissimo i toni di tutto quanto aveva messo fin qui sul quadro, e bisognava proprio scegliere una sala bianca, tutta marmi di Carrara, o stucchi e oro. Pensò ancora.
A quel posto però, nei giorni di Buonvicino, sorgeva un monastero disadorno secondo i tempi, e una vasta chiesa di stile gotico, lavorata di fuori a marmi scaccati bianco e nero.
I n terra umilemente i' m'abbandono, N anti ch'al primo grado vi montassi, C he d'altro che de marmi, petre e sassi E rano, ma sol oro e gemme sono. D ritto poi sullevato giá m'avento I n fretta nanti a l'alta imperatrice, T remando per viltá qual foglia al vento.
Ma se la signora Argellani non sentiva l'influenza magnetica del braccio a cui era sospesa, ella non istette molto a sentire l'influenza malinconica delle tombe. È un bel luogo disse ella, dopo aver varcato le prime gallerie ma è molto triste. C'è troppa bianchezza di marmi.
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