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Aggiornato: 29 maggio 2025
Io sperai che le gioie purissime dell'affetto di sposo e di padre mi staccassero dal cuore quella smania immensa che mi divora, ma no: essa vi è fissa come uno stile acuto e mi lacera senza uccidermi. Io sento il bisogno di ripiombarmi nei maneggi che ponno darmi una fatica; io non l'ho, cioè non l'ho come la vorrei.
Invece si è seguita un'altra via: si è tentato di sopraffare il mio libro e me stesso con metodi che ricordano tempi e disposizione d'animi che da un pezzo dovrebbero essere sepolti. Mi spiace tediare il lettore con tali miserie; ma è necessario per le mie conclusioni. E, d'altra parte, in tutti questi maneggi è una punta d'involontaria comicit
Essi appartengono in grande parte a latifondisti argentini, che sono arrivati al possesso quasi sempre o per diritto di «denuncia» per il quale si poteva una volta divenire proprietarî delle terre denunciate allo Stato come libere o più spesso per favoritismi, per compensi di maneggi politici, per regalìa governativa, o magari per nessun diritto.
Se tu vuoi essere mia moglie, dal primo giorno ti fo donna e madonna di tutte le mie robbe, te le porrò in mano ché le maneggi a tuo modo. Beata te, se tu farai a mio modo! ARMELLINA. Io vo' che tu facci a mio modo. VIGNAROLO. Facciasi, se non al mio, al tuo modo: tutto torna in uno, purché non resti di fuora. Ma io vorrei una grazia da' cieli. ARMELLINA. Ed io un'altra. VIGNAROLO. Che vorresti?
In un articolo intitolato: Storia dei maneggi letterarii in tempo del dominio di Buonaparte, inserito, alla caduta del primo Impero, nel secondo numero del giornale Lo Spettatore, leggiamo che parecchi del così detto partito filosofico che manteneva idee repubblicane e però avverse a qualsiasi tirannide, finirono con far la corte al primo Console e poi all'Imperatore.
Fra l'altre degne ed onorate azioni dalli prencipi nelli loro maneggi fatte, si è procurato, come si sa, con ogni studio di fare che nelli loro Stati e regni siano fatte belle e buone monete e d'oro e d'argento, accioché fossero e per memorie de' nomi loro, ed anco perché fossero spese ed accettate per i debiti valori tanto nei domíni loro come in altri luoghi.
Deliberati, proseguì l'Assereto, ad operar di concerto, ogni qualvolta uno di noi abbia bisogno degli altri? Pronti a soccorrere i deboli contro i prepotenti, a sventare i maneggi degli imbroglioni, a romper le trame dei tristi, quando tornino a danno di noi, o degli amici nostri? Perdio! e lo dimandi? gridò il Lorenzini. Pronti deliberati, col senno e colla mano, in ogni caso, in ogni occorrenza.
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