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Senti, diceva quell'omone; è venuto, non mi ricordo di dove, il perdono per quelli che erano, m'intendi?... capi matti qua e l

Uditelo come ragiona, e come difende abilmente la propria causa. Mio buono, mio caro Leonardo, te ne prego. Questa sera con Marietta.... Con nessuna, ti dico. Suvvia, contentami, non farmi penare. Non voglio saperne, m'intendi? Le mie preghiere sono inutili? Or bene, io anderò da me solo dove mi piace. Fuggirò di casa nascostamente. No, non commetterai questa imprudenza.

Non la cercate; rispose Gilda, con un filo di voce. Per l'anima tua, disgraziata, dimmi dov'è? Voglio saperlo, m'intendi? Non lo saprete.... dal mio labbro.... mai! Vi basti di avermi trovato qui, in vece sua, per salvarla da voi. Ah !

Tu mi rompi il capo, ora. Vatti con Dio. PASQUELLA. Non vuoi venire? LELIA. Non, dico: non m'intendi? PASQUELLA. In buona fede, in buona veritá, Fabio, Fabio, che tu sei troppo superbo. E sai che ti ricordo? che tu sei giovinetto e non conosci il ben tuo. Questo favore non ti durerá sempre, no.

Ma voglio che tu guarisca, m'intendi? lo voglio. Ad ogni costo, risanerai; non ti ammalerai più; non avrai più da soffrire, te lo prometto. E tu? mormorò ancora l'infermo, aprendo ben gli occhi, come se volesse significarle colla intensit

Si fanno sopra te discorsi orrendi, come se fosti qualche... tu m'intendi. Queste imprudenze, questi nascondigli, il voler a tuo modo senza freno, le lettere amorose, i tuoi puntigli per certi Filinor sono un veleno; e désti a sospettar sino a' conigli, e a dir ch'è il tuon, dove appare il baleno. Io ti difendo, ma una lingua sola non può frenar d'un popolo la gola.

GERASTO. Io non dico che non intendo la voce, ma non intendo quel che dici. FACIO. Che parlo ebreo, greco o arabico, che non m'intendi? GERASTO. Parli come me, ma non intendo che dici di trenta scudi e di vesti. FACIO. Tu sei peggio che sordo, che il peggior sordo è quello che non vuole intendere. Tu sarai forse pentito di aver fatto sicurtá di trenta scudi, e fingi non intendere.

LECCARDO. Le dirò che se non vi ama, con un soffio la farete volar per aria o, con un fúlgore degli occhi vostri mirandola, l'abrusciarete. MARTEBELLONIO. Dille ciò che tu vuoi, ché le cortesi parole d'un mio pari minacciano tacitamente. LECCARDO. Ella spasima per voi. MARTEBELLONIO. Poiché è cosí, dimmi: quando? come? Non m'intendi? LECCARDO. V'intendo bene; ma non so che dite.