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Aggiornato: 27 maggio 2025


75 Ma bella seta o fin'oro mai Fiorentini industri tesser fenno; chi ricama fece mai lavoro, postovi tempo, diligenza e senno, che potesse a costui parer decoro, se lo fêsse Minerva o il dio di Lenno, e degno di coprir belle membre, che forza è ad or ad or se ne rimembre.

E ’l buon maestro, sanza mia dimanda, mi disse: «Guarda quel grande che vene, e per dolor non par lagrime spanda: quanto aspetto reale ancor ritene! Quelli è Iasón, che per cuore e per senno li Colchi del monton privati féne. Ello passò per l’isola di Lenno poi che l’ardite femmine spietate tutti li maschi loro a morte dienno.

Ancora del detto Iasone d'un altro ingannato simigliantemente così si ragiona, che, andando nel sopra detto paese di Chochia ad alcuna isola di mare, nominata Lenno, pervenne, della quale, secondo i poeti, tutte le femmine con saramento insieme d'uccidere tutti i loro maschi, per alcuno odio ch'era tra loro e loro, fermamente si proposero.

Beniamino corse a spalancare la finestra e: Guarda disse con un sentimento d'orgoglio, come se ci avesse qualche merito nella bella vista. Ecco Lenno, Azzano, Mezzegra e l

36 Non più a Iason di maraviglia denno, agli Argonauti che venian con lui, le donne che i mariti morir fenno e i figli e i padri coi fratelli sui, che per tutta l'isola di Lenno di viril faccia non si vider dui; che Ruggier quivi, e chi con Ruggier era maraviglia ebbe all'alloggiar la sera.

Riconobbe Falco in essa un suo antico conoscente, Daniello Perego di Lenno, servo e soldato di Battista Medici, fratello del Castellano, che si stava con buona scorta d'uomini a Monguzzo: "Addio, Daniello, gli gridò tosto, ben tornato sul nostro lago; come sta il tuo padrone? e come vanno le faccende nel vostro castello?"

E 'l buon maestro, sanza mia dimanda, mi disse: <<Guarda quel grande che vene, e per dolor non par lagrime spanda: quanto aspetto reale ancor ritene! Quelli e` Iason, che per cuore e per senno li Colchi del monton privati fene. Ello passo` per l'isola di Lenno, poi che l'ardite femmine spietate tutti li maschi loro a morte dienno.

E ’l buon maestro, sanza mia dimanda, mi disse: «Guarda quel grande che vene, e per dolor non par lagrime spanda: quanto aspetto reale ancor ritene! Quelli è Iasón, che per cuore e per senno li Colchi del monton privati féne. Ello passò per l’isola di Lenno poi che l’ardite femmine spietate tutti li maschi loro a morte dienno.

E 'l buon maestro, sanza mia dimanda, mi disse: <<Guarda quel grande che vene, e per dolor non par lagrime spanda: quanto aspetto reale ancor ritene! Quelli e` Iason, che per cuore e per senno li Colchi del monton privati fene. Ello passo` per l'isola di Lenno, poi che l'ardite femmine spietate tutti li maschi loro a morte dienno.

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