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Aggiornato: 13 luglio 2025


La coltura a mezzadria è diffusa principalmente nella provincia di Messina e siccome si dividono anche i prodotti degli uliveti e dei vigneti, i lavoratori vi godono di una certa agiatezza. In questa zona contemporaneamente al minore sviluppo dei Fasci si osserva minore analfabetismo e minore delinquenza.

Tutta la vita grama di questi lavoratori del mare s'agita ripullulando, in case buie, profonde, umide. Un tristo e schifoso spettacolo, poco lontano dall'azzurro, divino spettacolo del mare, innanzi al quale la mia mano freme sulla tavolozza.

Il sogno del peone è divenire mediero, ossia affittuario di un pezzo di terra. Talvolta riesce a mettere da parte un po' di denaro, qualche centinaio di pesos, realizza il suo sogno. Le economie del peone sono il risultato di una vita miserabile, sordida, piena di sacrificî inauditi, di avvilimenti e di rinuncie spesso vergognosi. Se nella patria s'imponessero questi lavoratori una parte dei sacrificî che compiono sotto la sferza del bisogno laggiù, e se dedicassero alla loro terra soltanto un po' di quelle fatiche crudeli, alle quali li costringe la necessit

Non che essere eccitate e preparate dai socialisti, a me pare che le ribellioni, determinate unicamente dalle condizioni specialissime dell'isola, dagli arbitrî feudali dei proprietarî, dalla spietata ingordigia delle amministrazioni, dalla miseria ineffabile dei lavoratori, abbiano fatto constatare e toccar con mano la nessuna coesione del partito socialista, la discordia dei suoi capi, la variet

Per poter far questo essi sono troppo lontani da lui, troppo estranei alla sua vita. Altrettanto e peggio si deve affermare del modo di giudicare delle classi dirigenti siciliane rispetto ai bisogni dei lavoratori e a' rimedi contro le ingiustizie alle quali soggiacciono.

Se il sistema del fitto riesce di grave nocumento ai lavoratori e produsse pel passato l'agiatezza ed anche la ricchezza dei gabellotti, che finirono col costituire la parte più forte della borghesia isolana, adesso rovina questa classe di sfruttatori.

Proprio alla vigilia dei tumulti nel novembre scorso, da Palermo in un rapporto ufficiale si scriveva al governo di Roma che aveva occhi per non vedere e orecchie per non sentire: «Qui i nostri frugali lavoratori soffrono la fame, non hanno desiderî disordinati, non bramano la fortuna altrui, non sentono l'odio di classe , ma vogliono lavoro e pane, solamente per vivere; chè d'altro ad essi non cale

Il dar de' martelli, il rintronar delle incudini e de' percossi fianchi delle navi, lo stridere delle seghe e delle lime, il gridare de' lavoratori, il rumoreggiare universale annunziarono di buon mattino l'operosit

Paolo percorse con l'occhio, un po' attonito, la ricca architettura della sua villa; poi il folto del giardino, ombreggiato da rare e splendide piante: e poi la strada su cui passavano le malinconiche figure dei lavoratori, di codesti schiavi della civilt

La maggior parte dei lavoratori cominciava gi

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