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Aggiornato: 23 luglio 2025
Talvolta anche se ne muore, ma la colpa non è di nessuno. Ecco tutto! disse con un amaro sorriso. La gola le bruciava: quindi si alzò dal canapè per cercare nella madia quel resto di latte, che Tina non aveva voluto bere: non lo trovò. Anche il secchio era vuoto.
Ma ella non era che una pascolatrice d’agnelli, nutrita con poco pane e qualche ciótola di latte nel tugurio del mugnaio Soubirous; la sera tornava dal rumore delle moltitudini, con la sua treccia piena di vento, alta e pallida, senza guardare alcuno.
Tu non te ne sei accorto, perchè non la guardi; ma essa, da qualche mese in qua, deperisce; ha continui dolorini.... Non voglio vedermela morire di sfinimento.... Il mio latte si è mutato in veleno.
Trovasi nell'urina delle lattanti in caso di ristagno di latte, e del pari dopo l'ingestione di molto latte. Lo zucchero di latte cristallizza in tavolette rombiche bianche solubili nell'acqua, insolubili nell'etere: devia a destra il piano della luce polarizzata. Può subire indirettamente la fermentazione alcoolica.
ERASTO. Ma che piú bella ciera si potrebbe veder di quella sua? come sotto quel color di latte e rose può covar tradimento? come è possibile che quel che dentro si covasse non apparisse di fuori? DULONE. Io non so perché tanta affezione. ERASTO. Mi ama, mi onora, mi serve con ogni affetto e ne ricevo continui benefici, che è la maggior catena che attacchi la benevolenza.
Oh! in quanto a questo rassicuratevi, disse Lamperth, io vi seguirò dappertutto, e indugierò a partire da Montdidier fino a che non sarete guarito. Tanto più che si beve realmente dell'ottimo fiore di latte a Montdidier... bisogna dirlo, non è un cattivo soggiorno...
Ariberti nuotava in un mar di latte. Compatiamolo. Per la prima volta in sua vita egli si trovava involto in quel piccolo mondo di dolcezze, di fragranze e di tutto quel ben di Dio che vorrete, in cui vive e a cui d
Or dunque m'accorsi quel giovenetto dover essere del paese di Matotta, lo quale, cosí polito de vestimenta e perfumato di muschio, sapeva dolcemente a l'instrumento concordare la voce; onde io tratto in quella parte celatamente, che né egli né Merlino se n'avvedesse, trapassai lo fiume di latte in quella verdura di lá e, drento uno cespuglio di rose e spine appiattatomi non troppo da lui remoto, stetti ad ascoltarlo.
Intanto, soggiunse, non lasciatevi andar così, la mia figliuola; dovete aver bisogno di pigliar qualche cosa; siete digiuna da forse ventiquattr'ore, chè nemmeno jer sera avete voluto mangiar nulla.... Datemi ascolto, bevete almeno quel po' di caffè col latte, ben caldo.
LAMPRIDIO. Come vuoi. MASTICA.... di non parlarle dentro l'orecchie?... LAMPRIDIO. Sí. MASTICA.... di non mirarla dalla strada?... LAMPRIDIO. Bene. MASTICA.... né mostrar atti onde stimar si possa che tu l'ami? E questo lo dico per tuo bene, accioché per troppo goder del bene nol perdi, over come mosca tanto ti tuffi nel latte che ti anneghi.
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