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Aggiornato: 29 giugno 2025
Vi si saliva per lunghissima e tortuosa scala che metteva capo in un corridoio, alla cima del quale era una finestra ed una porta. La porta introduceva al bugigattolo di Laidulfo; la finestra dava sulla corte. La persona che vi era restata, guardava tutto attento una processione; perchè di rincontro a lui, ad un angolo della corte, si vedeva aperta una cappella o chiesetta.
E la plebe che lo aveva riconosciuto e che per un suo eguale simpatizzava, rompe ogni riguardo e grida bravo, alleluia! Questo è il campione che si voleva, viva Laidulfo il pazzo, Laidulfo il buffone! L'araldo interrompe le clamorose ovazioni, ed annunzia monsignor Alfano arcivescovo di Salerno ed il principe Gisulfo.
Se le nostre leggitrici si ricordano di Laidulfo lo Zanni, che loro abbiamo presentato nelle atletiche pruove dentro le mura di Salerno, lo riconosceranno a primo sguardo, perocchè egli appunto si ostinava a domandare di abboccarsi col papa. E per vero seppe tanto minacciare e richiedere, che a Gregorio fu menato innanzi.
Il vescovo è un ministro di Dio, ed il ministero di Dio non si vende nè si dona per fini umani. Non vogliamo saper nulla. Va via. Eh!! hai deciso? Sì. Possa non pentirtene un giorno. Laidulfo parte. Gregorio resta lungamente mutolo, assorto a considerare, poi sclama: In manus tua, Domine, comendo spiritum meum e si rassegna.
Lui? « sclama Laidulfo sorpreso e resta un istante mutulo: poi soggiunge » Guaidalmira tu non ci andrai decisamente, no, non ci andrai. Sì babbo « risponde la giovinetta ». Ed intanto cacciava di sotto il gamurino una soffoggiatella, ed imbandiva sulla tavola alcune croste di pasticcio, della carne arrosto ed altri frusti di desinare comprati alla trecca. Allora si udì picchiare all'uscio.
I cortigiani di Gregorio stettero dubbiosi nell'obbedire perchè nulla di rassicurante aveva lo Zanni nella persona: ma Gregorio, che in Dio fidava e di paure femminili andava immune, comanda a tutti di uscire. Allora Laidulfo toglie un seggio e si asside anch'esso.
Come Laidulfo si fu allontanato da Ildebrando, per tutto il dì questi restò in una specie di assorbimento di spirito, che non era meditazione, ma vago raggranellare di fatti, di pensieri, di fisonomie, di memorie che per interna visione gli passavano davanti come quadri senza nesso e senza principii, da cui non sapeva cavare construtto. Ed egli si abbandonava al pendío di quelle idee senza menomamente sollecitare la volont
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