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53 Soletto lo trovò, come lo volle, che si godea il matin fresco e sereno lungo un bel rio che discorrea d'un colle verso un laghetto limpido ed ameno. Il suo vestir delizioso e molle tutto era d'ozio e di lascivia pieno, che de sua man gli avea di seta e d'oro tessuto Alcina con sottil lavoro.

Qualche anno dopo, alle cascate del laghetto di S. Moritz veniva ripescato un cadavere vestito di verde con bottoni rossi, non ancora corrotto, quantunque, preso e conficcato tra gli sterpi e le rupi, fosse rimasto tutto il tempo in molle.

L'acqua del laghetto in cui scendeva il nevato non conteneva più se non traccie di ammoniaca inferiori a 0,05 milligr. per litro.

Diede un’occhiata al laghetto e si sentì la pelle d’oca. La superficie tranquilla non aveva una crespa, ma all’ombra faceva paura, perchè era nera come un panno funebre. Si passò una mano sulla fronte, e continuò a camminare sotto gli alberi. Al minimo rumore si fermava, e chiamava a mezza voce:

Quanto all'ascensione del Matto, osservo che dal lato del vallone di Meiris, si può facilmente eseguire in 2 ore dal punto dove si lascia la strada, passando per le chine erbose a nord del laghetto inferiore e volgendo poi, dietro quello di mezzo, sul dorso di rocce montoni. Dal lato di Val Vallasco, si guadagna questo stesso dorso dal fondo del vallone Cabrera per mezzo di una ripida e franosa china sul lato est, ed è questo il solo punto non tanto facile, mentre nel vallone Cabrera conduce, dalla strada di caccia, un buon sentiero che se ne diparte circa mezz'ora sopra il gias Valmiana; è del resto l'itinerario descritto dal signor MarinelliBoll. C. A. I.» vol. XII). È da notarsi che la strada di caccia non varca punto la depressione (circa m. 2650) che trovasi immediatamente ad ovest del gruppo del Matto; questo colle è invece abbastanza malagevole. Quanto a scendere direttamente dalla punta Est alle Terme di Valdieri, difficilmente vi si decider

La valle s'allargava un poco verso levante, e il primo sole l'innondava con un torrente di luce: allora le acque del laghetto, prima nascoste da una striscia di nebbia, scintillavano de' vivi colori dell'iride; e da ponente spuntavano nell'ultima lontananza, ancora sotto un velo d'argento, le vette gigantesche del monte Rosa.

L'acqua che defluiva dalle campagne finiva a formare un laghetto davanti alla casa, e dovette attraversarlo sotto le grondaie, che versarono un mezzo barile di colatura sul cappellino di paglia. Non c'è qui nessuno? gridò ricoverandosi sotto un rustico portichetto, appena potè tirare il fiato. Si è rotta la ruota d'una carrozza. Ehi, di casa!

La foce di tutti i corsi d'acqua liguri, dal Varo all'Arno, assume la forma di «limani» ossia stagni di costa, prodotti dal fatto che, in tempo di basse acque, le onde del mare hanno un impeto superiore a quello del torrente, accumulando perciò le ghiaie e le sabbie davanti al largo letto di questo, cosicchè esso si espande in forma di laghetto, d'ordinario unito al mare per mezzo di un piccolo canale, mentre i limani dei rivi più piccoli ne sono talvolta affatto separati per mezzo delle ghiaie. Il Varo ed il Centa escono nel mare divisi in parecchi rami, però non hanno un vero delta, poichè ciascun ramo si termina con uno stagno. Naturalmente, nel tempo di piena gli stagni spariscono e le acque scorrono con impeto nel mare, intorbidandolo sino a parecchi chilometri dalla costa; l