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Aggiornato: 6 giugno 2025
Quante ore mancano alla cena? Sta bene. Chiudi l'uscio a chiave. Riaccendi la lampada del thè. Porgimi la cartella di lacca. Avvicina lo scranno di bambù che sta davanti il terrazzo. Siedi. Io scriverò sulle mie ginocchia; ti permetto di appoggiare la testa sul dorso del mio seggiolone; potrai scorgere così più agevolmente i caratteri. Leggi attento. Incomincio.
Così scendemmo ne la quarta lacca, pigliando più de la dolente ripa che ’l mal de l’universo tutto insacca. Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa nove travaglie e pene quant’ io viddi? e perché nostra colpa sì ne scipa? Come fa l’onda l
Non c'erano bustine da lettera in casa, quindi convenne che Antonio ripiegasse il foglio su sè stesso nella guisa più elegante che seppe: ma quando si trattò di suggellarlo fu certificata l'assenza eziandio di un'ostia o d'un bastoncino di cera lacca.
Così scendemmo ne la quarta lacca, pigliando più de la dolente ripa che ’l mal de l’universo tutto insacca. Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa nove travaglie e pene quant’ io viddi? e perché nostra colpa sì ne scipa? Come fa l’onda l
Cosi` scendemmo ne la quarta lacca pigliando piu` de la dolente ripa che 'l mal de l'universo tutto insacca. Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa nove travaglie e pene quant'io viddi? e perche' nostra colpa si` ne scipa? Come fa l'onda la` sovra Cariddi, che si frange con quella in cui s'intoppa, cosi` convien che qui la gente riddi.
Tra erto e piano era un sentiero schembo, che ne condusse in fianco de la lacca, l
Tra erto e piano era un sentiero schembo, che ne condusse in fianco de la lacca, la` dove piu` ch'a mezzo muore il lembo. Oro e argento fine, cocco e biacca, indaco, legno lucido e sereno, fresco smeraldo in l'ora che si fiacca, da l'erba e da li fior, dentr'a quel seno posti, ciascun saria di color vinto, come dal suo maggiore e` vinto il meno.
Un altro all'oche d'un vicin l'attacca, ch'è danneggiato d'un quarto di grano. Uno è in furor; vuol spezzare una lacca, se sa chi ne' suoi fichi ha posta mano. Cosí restan monarchi, arme e regine, per oche, vacche, ficaie e galline.
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