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Aggiornato: 17 giugno 2025


In Venezia non si spendono altrimente tutte l'entrate che tiene la Signoria, ma la maggior parte s'incascia; e, dopo che levôrno il debito fatto l'anno 1570 e 1571 per l'armate per opera del procurator Priuli, nell'officio della depositaria vi si metteno ogni anno ducati circa seicentomilia, oltre di quel che s'incascia nel tesoro in zecca.

E pure le sue spese per mantenimento della sua famiglia crescono ogni giorno, perché molte mercanzie crescono di valore, perché il principe, a cui vanno di piú passo passo scemando l'entrate, non perde occasione di aggiungere gravezze, ove possa, per supplire ancor egli alle sue spese.

E, in quanto alla prima causa, ch'è l'entrate che tengono forastieri in Regno, se detta causa si deve levare, si concluda che, o per la ragione dell'impossibilitá o pericolo di maggior danno, che non si deve tentar questo espediente.

Come si è detto, una delle cause che non permette vengano denari in Regno per l'estrazione della robba sono l'entrate che tengono forastieri; e si è concluso che o non sia possibile o non espediente, per il pericolo di maggior danno o altro, levar questa causa, e ancora esser proposizione vera che durante la causa dell'infirmitá duri sempre l'infirmitá.

Ma nelle monete imperiali frattanto, siccome l'ongaro è passato da tre fiorini a tre e mezzo, che vuol dire da sei a sette, l'entrate de' principi e gli averi de' popoli in monete d'argento sono scemati da sette a sei anch'essi.

Che, se tanto pagavano quando il zecchino valeva cento soldi quant'ora ch'egli ne vale 400, è manifesto che non si cava ora che un quarto dell'oro che anticamente soleva ritrarsene. Insomma sempre sono contate l'entrate del principe a ragione di monete minute o d'immaginarie, che torna lo stesso.

La seconda: che generaria grosso danno al re, per le grosse entrate che vi tiene, questo succederia quando il re estraesse l'entrate fuora Regno; ma, mentre non l'estrae, anzi ve ne remette piú volte argento, come può generare danno, mentre ha sempre il medesimo, restando in Regno la moneta?

Ma mi voglio contentare che non si contraponga, e sia l'introito d'alcuna parte di piú: bisogna per questa parte discorrere non solo sopra l'entrate che tengono forastieri in Regno tanto con la Maestá cattolica quanto con particulari privati, e loro robbe, insieme con l'industrie che fanno in Regno, delle quali la maggior parte è in potere di forastieri per la tanta negligenza o, per dir meglio, trascuragine degli abitatori, quali non solo non vanno a fare industrie nei paesi da fuora, ma nello loro istesso non le sanno fare delle istesse loro robbe, con vederle a fare a forastieri.

E dalle ragioni dette di sopra, e con altre che senza molto faticarsi ciascuno potrá discorrere per le conclusioni verificate, si possono deducere le risposte vere e all'altre sue ragioni e consequenze. Se l'entrate che tengono forastieri in Regno con l'industrie e ritratto di mercanzie siano causa della penuria della moneta.

Del che essendosi trattato a pieno nella prima parte, quando si è contraposta la cittá di Venezia con Napoli, declarando le ragioni perch'è l'una povera e l'altra ricca d'oro e d'argento, non occorre replicarlo, essendo benissimo provato che l'entrate di forastieri con l'industrie che vi fanno, unite con il ritratto di mercanzie, superano non poco l'introito di denari che si potriano avere dall'estrazione della robba.

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