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Aggiornato: 23 giugno 2025


I barcaiuoli posto piede a terra si slanciarono di corsa sulla riva coi fucili in mano, ma vennero arrestati da un fuoco infernale che usciva dalle finestre del primo piano. I beduini, barricatisi e nascostisi dietro le imposte, sparavano a colpo sicuro coi moschetti e colle pistole, urlando come anime dannate.

Non erano forse sopraggiunti i Francesi a sorreggere la loro fortuna vacillante, a ricacciare indietro i garibaldini colla furia dei fucili Chassepots?

I sennaresi, che avevano tutto da temere dall'abbordaggio degli egiziani, superiori assai di numero, si precipitarono come un sol uomo a poppa aprendo un foco infernale coi fucili e colle pistole. Il cannone manovrato da Omar ricominciò a tuonare a mitraglia, sconquassando la barricata degli egiziani.

«Non solamente è vero» rispondeva la spia in sottana, «ma vi so dire che in Ravenna giorno e notte si stanno fabbricando cartuccie¹, e che vi esistono fucili sufficienti per armare Volontari e popolazione.» ¹ Storico.

Omar si curvò sul davanzale della finestra e guardò fra i canneti. Vide muoversi delle ombre, alzare e abbassare delle lunghe aste che riconobbe essere dei fucili, poi sparire fra il fitto fogliame. Non potè trattenere una bestemmia. Ah! cane di Debbeud! esclamò. Impedir

I nostri nemici hanno certo perdute le nostre tracce. Sono ormai lontani, dietro alla terza duna. accovacciato vicino a Mabima. Presto, presto, Bagamoio!... Corri al pozzo, laggiù... Mabima muore. uscendo da destra. Corro al pozzo, ma, per Allah, Kabango, non alzarti in piedi! Possono vederti e ucciderti con una fucilata. Hanno buoni fucili e frecce insradicabili avvelenate!

Su dunque, raccogliete fucili e spade, o italiani. Non sonore promesse, ma opere; non vanti passati, ma gloria avvenire. Genova, 18 ottobre 1848. G. Garibaldi. Da Genova s'imbarcò col proposito di recarsi in Sicilia.

Dappertutto vi erano fasci di fucili che rifulgevano ai torridi raggi del sole, cannoni, tamburi, barili di munizioni, e in mezzo a tuttociò cavalli, muli e cammelli che nitrivano, che ragliavano, che muggivano, formando colla voce degli uomini un baccano assordante, continuo, paragonabile al fragore del mare in tempesta. Quanti uomini! esclamò Omar.

Curzio e Tognetti si caricarono di quanti fucili poterono portare, ed uscirono. Monti rimase solo.

Col treno stesso vi sono dei fucili e munizioni. Che Garibaldi, o Bardi, pensino a ritirarli. Salute».

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