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Aggiornato: 20 giugno 2025
Possiamo marciare innanzi, disse Notis. Il primo colpo di fucile è destinato a quella sentinella che veglia ai piedi del rialzo e il secondo al caporale. Ucciso il comandante, gli egiziani si lascieranno scannare come montoni. Lascia fare a me, disse lo sceicco. Abbiamo dei mahari e delle armi da guadagnare. Spicciamoci, padrone.
Gli egiziani? esclamò ella. All
Sei tanto coraggioso da imprendere questa guerra contro Abd-el-Kerim. Odimi, amico, disse lo sceicco con orgoglio. Un giorno dodici Egiziani mi assalirono e io li ammazzai dal primo all'ultimo portando le loro teste al mio marabuto che le mostrò all'intera tribù; un altro giorno sorpresi una famiglia di Arabi miei nemici, addormentata nel deserto.
Gli Egiziani che usavano portare attorno davanti i banchetti le mummie dei loro antenati, affinchè il gaudente si rammentasse la fine di tutte le cose, sono considerati da noi quello fra tutti i popoli della terra, che ha saputo superare meglio l'orrore della morte, e la loro religione vien chiamata dalla nostra filosofia religione della morte.
Il 15 gennaio, dopo un assedio di parecchi mesi, entrava in El-Obeid, la capitale del Kordofan; 3500 egiziani furono trucidati e gli altri passarono sotto le sue bandiere.
Migliaia e migliaia d'insorti, difesi da grandi scudi e armati di coltellacci, di fucili, di lancie, di scimitarre e baionette, erano improvvisamente usciti dai circostanti boschi caricando furiosamente gli egiziani. L'urto fu sanguinosissimo.
Gli egiziani, che avevano subito compreso il motivo dell'attacco, erano balzati in piedi gettando urla disperate, stringendosi l'un contro l'altro, facendo sforzi sovrumani per ispezzare i legami e vendere almeno cara la vita. Coraggio! gridò il tenente arabo. Tutti attorno a me! Sette od otto lancie, scagliate dagli insorti, caddero nel mezzo della zeribak.
Quando, or fanno quattro anni, avvenne la guerra cogli Egiziani, che fu finita collo sterminio del Mareb e di Guda Guddi, si pretende vi fosse una intelligenza fra lo Scioa e l'Egitto per attaccare i primi a sud e i secondi a nord, ma gli Scioani non arrivarono in tempo, chè come vedemmo la guerra non si protrasse e in pochi giorni fu troncata col massacro completo degli Egiziani. Tre mesi dopo il Governo del Kedive organizzò la seconda e più forte spedizione, che invece d'ottenere rivincita ebbe pure sì triste sorte nelle giornate di Gura, e pretendono gli Abissinesi che allora fosse delegato Munzinger pacha a portarne la notizia a Menelik, perchè dal canto suo egli pure avanzasse. Avvenne che questo messo, come sappiamo, fu massacrato per via dai Somali, quindi allo Scioa non giunse la sua ambasciata, ma la notizia invece della prima vittoria riportata da re Giovanni a Gundet. Menelik allora, invece d'avanzare da nemico, fingendo rallegrarsi per l'importante trionfo, mandò 500 cavalieri e dei doni a re Giovanni. Questi arrivarono appunto quando il paese veniva invaso dalla seconda spedizione egiziana, ed ecco come alla battaglia di Gura erano presenti questi pochi alleati, che senza tanti contrattempi sarebbero invece stati piccola parte di un esercito nemico che doveva attaccare alle spalle, mentre l'azione di fronte era gi
Non vi sono inglesi adunque da queste parti? chiese Fathma. Sì, ho udito dire che il colonnello Coetlegan, con un corpo ragguardevole di egiziani, si aggira sulle rive del Nilo, passando or qua e or l
Un istante dopo Abd-el-Kerim e i guerrieri uscivano dal tugul di Mohammed ed entravano in quello dei prigionieri, sotto il quale, distesi per terra, strettamente legati, tremanti di spavento e d'angoscia stavano i tre egiziani. Vedendo Abd-el-Kerim, uno di essi, il meno maltrattato, si alzò penosamente sulle ginocchia interrogandolo con uno sguardo lagrimoso. Siamo perduti, rispose l'arabo.
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