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Aggiornato: 25 maggio 2025
È vero che, per provarli in pazienzia, in fede e perseveranzia, Io sosterrò che lo' sia decto rimproverio ingiuria e villania; e nondimeno quel medesimo che lo' dice e fa ingiuria è costretto dalla mia clemenzia di dar lo' l'elimosina e sovenire ne' loro bisogni. Questa è providenzia generale data a' miei povarelli.
Ora t'ho decto in che modo si giogne a l'orazione mentale, cioè con l'essercizio e perseveranzia e lassando la vocale per la mentale quando Io visito l'anima. E hotti decto quale è l'orazione comune e la vocale comunemente fuore del tempo ordinato, e l'orazione della buona e sancta volontá; e come ogni exercizio in sé e nel proximo, che fa con buona volontá, fuore de l'ordinato tempo, è orazione.
E però non debba veruno dare giudicio di ponere maggiore perfeczione nel grande penitente, che si dá molto a uccidere il corpo suo, che in colui che ne fa meno; però che, come Io t'ho decto, none sta ine la virtú né il merito loro; però che male ne starebbe chi non può fare, per legiptime cagioni, operazione e penitenzia actuale; ma sta solo nella virtú della caritá, condita col lume della vera discrezione, però che altrimenti non varrebbe.
Egli la vede a pieno in veritá ne' sancti miei e negli spiriti beati e in tucte l'altre creature e nelle dimonia, come decto t'ho. E poniamo che anco vega l'offesa che è facta a me, della quale in prima aveva dolore: ora non ne può avere dolore, ma compassione senza pena, amandoli e sempre pregando me con affecto di caritá ch'Io facci misericordia al mondo.
Quando della creatura cui egli ama di singulare amore, come decto è, egli si vede diminuire il dilecto, la consolazione o conversazioni usate, dove trovava grandissima consolazione, o di molte altre cose, o che vedesse che ella avesse piú conversazioni con altrui che con lui, sente pena; la quale pena el fa intrare a cognoscimento di sé.
Egli è legato in mezzo fra la sensualitá e la ragione; e a qualunque egli si vuole vollere, si può. È vero che, quando l'anima si reca a congregare con la mano del libero arbitrio le potenzie sue nel nome mio, sí come decto t'ho, alora sonno congregate tucte l'operazioni che fa la creatura, temporali e spirituali.
El quale bene ora non avendo, di qui al giudicio generale non hanno pena, perché non lo' manca beatitudine, però che l'anima è piena in sé. La quale beatitudine participará col corpo, come decto t'ho. Dicevoti del bene che avarebbe il corpo glorificato ne l'umanitá glorificata de l'unigenito mio Figliuolo, la quale vi dá certezza della vostra resurrexione.
Tucto è per l'amore proprio, sí come fecero e' giuderi e ministri della Legge, che per la invidia e amore proprio s'accecarono, e però non cognobbero la veritá de l'unigenito mio Figliuolo; e però non rendevano il debito di cognoscere vita etterna che era fra loro, come dixe la mia Veritá dicendo: «El regno di Dio è tra voi». Ma essi nol cognoscevano: perché? però che, per lo modo decto, aveano perduto el lume della ragione, e per questo modo non rendevano il debito di rendere onore e gloria a me e a lui che era una cosa con meco; e però, come ciechi, commissero la ingiustizia, perseguitandolo con molti obrobri infino a la morte della croce.
El terzo e il quarto è di coloro che, levati dal timore, sono gionti a l'amore e a speranza, gustando la divina mia misericordia, ricevendo molti doni e consolazioni da me, per le quali l'occhio, che satisfa al sentimento del cuore, piagne; ma perché ancora è imperfecto, mescolato col pianto sensitivo spirituale, come decto è, giogne, exercitandosi in virtú, al quarto, dove l'anima, cresciuta in desiderio, uniscesi e conformasi con la mia volontá, in tanto che non può volere né desiderare se non quel ch'Io voglio, vestito della caritá del proximo, unde traie uno pianto d'amore in sé e dolore de l'offesa mia e danno del proximo suo.
E questo e ogni altro giudicio lassate a me, però che egli è mio e non vostro; ma abandonate il giudicio, che è mio, e pigliate la compassione con fame de l'onore mio e salute de l'anime; e con ansietato desiderio anunziate la virtú e riprendete il vizio in voi e in loro per lo modo che decto t'ho di sopra.
Parola Del Giorno
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