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Aggiornato: 22 giugno 2025


Questi però non volle tenerla presso di , sia che anch'egli credesse colpevole Cuno, sia che gli premesse allontanare ogni memoria del vituperio.

E dopo che l'abate si fu qualcosa rifrancato, ed ebbe bevuta una larga sorsata di vino, continuò: Goccelino dunque corre subito alle scuderie, inforca il primo cavallo che gli si para alla mano e vola a Roma. Cuno era partito allora allora per l'abazia di Cluny. Goccelino gli tiene dietro. Appena e' si arrestava la notte per dare un po' di strame alla cavalcatura. Viaggiava solo, fosco come il turbine, furibondo come il tigre. Egli fece periglioso e stentato viaggio, scavalcò montagne di nevi eterne, valicò fiumi terribili, affrontò uragani, fame, incontro di belve feroci; e sempre in una tetra tensione di spirito, superò tutto, e giunse al monistero di Cluny. Non si nomò Chiese di Cuno suo fratello; ma questi era assente. Intanto gli fu proferta ospitalit

Così dissero gli empi, risponde l'abate peritoso: il vero è che morì di gocciola. Ora, siccome Cuno, tra pel favore dello zio, tra per natural talento usava di orgogliosi modi verso tutti i monaci, niuno rispettando, anzi qualcosa garrendoli della troppa lassezza nei doveri religiosi, e si mostrava duro in tutte le opere che con la sua volont

E ve n'han tanti! dice l'abate. Cuno rese dunque gli ultimi ufficii a suo padre, e si accinse a viaggio per le Calabrie, onde, se fosse a tempo ancora, rinconciliarsi con l'illuso fratello, o ringraziare il barone Giselberto e sua figlia della carit

Aveva quindi chiuso in un forzierino d'ebano il libro di ore di Bertradina, vi aveva aggiunto una lettera d'invio della bambina, fatta da pubblico tabellione di Soano, e l'aveva mandata a Cuno a Roma, per mezzo di un pellegrino che si recava a Nostra Signora da Loreto e che aveva tolta la missione di portarla.

Parola Del Giorno

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