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Ora, se noi confrontiamo queste idee di Giuliano col prologo del quarto Vangelo, che è poi la base della metafisica cristiana, senza di cui il Cristianesimo, o non sarebbe stato, o sarebbe stato tutt’altra cosa, constatiamo meravigliati che, in fondo, l’acerrimo nemico del Cristianesimo si moveva nel medesimo circolo di idee in cui si trovavano coloro ch’egli combatteva. È sempre quel medesimo concetto fondamentale di un Dio supremo il quale emana da un principio razionale, per cui il mondo è creato, e che vi diventa attivo assumendovi una forma determinata e visibile. Quando Giuliano, dopo aver parlato delle due forme invisibili di Dio, dice

Potreste comprare questo abito, che vi sta alla perfezione, e anche le scarpe, sapete? Il vostro piede è quasi piccolo quanto il mio, seguitò sporgendolo dalla veste: vediamo, confrontiamo. Queste scarpe le ho messe soltanto due volte, ve le posso cedere per dodici lire, un vero regalo. L'abito ne costa cinquanta, ma per voi, piccina, giacchè ho preso a proteggervi, dirò a Tuda di fare un sacrificio. Ve lo ceder

Ma confrontiamo l’imagine d’Acerenza coi ritratti scritti che ci hanno lasciato Gregorio di Nazianzo ed Ammiano Marcellino. Come vedranno i lettori che vorranno addentrarsi in questo mio libro, il profilo tracciato da Gregorio non è in alcun modo conciliabile con questo busto di vigoroso soldato. Gregorio ci presenta un giovane convulso, una specie di epilettico dallo sguardo vagabondo, dal collo dondolante, dai lineamenti mobilissimi, dall’atteggiamento incerto ed instabile, una figura interessante, che però non ha nemmeno il più lieve vestigio di quella maest