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Aggiornato: 11 giugno 2025
Confessore e marito scambiarono un saluto cortesissimo.... ancor più cortese di quello dell'arrivo.... ma non meno diffidente e pieno di mutua avversione. Giuliano sentiva qualche cosa nell'aria. La minaccia, per esempio, d'una spiegazione, che ora, suggerita dal prete, gli pareva di nuovo formidabile ad incontrarsi.
Costei sin da quel giorno, aveva disegnato di correre al convento, per dire ogni cosa al suo confessore; di quei tempi usando molto confidare al confessionale i propri peccati e le faccende altrui. Ma in tante volte che vi era andata, non aveva potuto trovarlo, e la mattina della partenza dello stormo, la poveraccia teneva tuttavia sullo stomaco il gran peso di quel suo segreto.
Il padre Ferri era il confessore che la compagnia di Gesù aveva scelto a dominarlo: esso rappresentava agli occhi del Papa tutta intera l'idra gesuitica nella sua immensit
L'uno e l'altro hanno per confessore un padre gesuita incaricato di dirigere le loro coscienze, cioè di conformare i loro atti, nella sfera spirituale come nella temporale, agli intendimenti del loro Generale.
Anche un mese, anche un anno; disse Pellegrino. Ella può viver tranquillo, che io non fiato. Son venuto da lei come da un confessore. Ma intendiamoci, veh! rispose Don Pietro. Non mi hai dette queste cose in confessione, e al bisogno potrò servirmi delle tue notizie. Lei è un uomo prudente; faccia come Le pare. Grazie, figliuol mio!
R. O la impotenza proviene da causa naturale, o da malificio: in entrambi i casi il confessore deve usare delle precauzioni e dare dei consigli.
Nessuno le domandò se avesse anche veduto il conte Gino Malatesti. La povera fanciulla non versò la piena del suo dolore che ai piedi del confessore, del buono e compassionevole Don Pietro. Figlia mia! esclamò egli. Ve lo avevo pur detto! Perchè andare laggiù? Ebbene, che c'è di male? replicò la fanciulla. L'ho veduto, e son qua, più forte a soffrire, che non mi sentissi da prima.
Tecla! E in un santo monastero! proseguì, riscaldandosi, la donna. In un posto di confidenza come quello! Vi ricordate di quel che vi diceva il Padre parroco di Castello, il mio santo confessore, offrendovi or fanno i quindici anni, quel pane? «Pasquale, badate a voi; dovete esser cieco, sordo e muto, tutt'insieme; fare il vostro servizio e non impacciarvi d'altro.
Ferdinando II di Napoli non poteva far manco di due cose, e perciò le voleva sempre alla portata della sua voce: il boia ed il confessore. E' non usava molto del primo, checchè se ne sia detto. Ma e' faceva un consumo spaventevole del secondo. Doveva presiedere al consiglio? eccolo dapprima ai piedi del confessore.
La giacente accolse don Martino con un lampo dagli occhi e un sorriso. Certamente aspettava quel momento. Ma non aveva forza di parlare, per confessarsi; don Martino parlò per lei; all'invito del confessore, una lieve pressione di mano, un lieve cenno delle labbra, doveva dire il pentimento delle colpe. L'assoluzione fu pronta, e pronto del pari fu il rito che univa quell'anima a Dio.
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