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Aggiornato: 15 giugno 2025
Trovò il giovane chiuso nella sua camera, terreo in faccia, collo sguardo spento, cupo, accasciato, rispondendo a mala pena e di cattiva grazia. Tu se' stato ammalato, caro Emilio? No. Che cos'hai dunque? Perchè non ti lasci più vedere? Perchè sei così abbattuto? Ti è capitata qualche disgrazia? A me dovresti dirlo.
Barbetta, attaccato al collo del suo contrabasso, ha la fortuna di non volgere le spalle alla platea e di potere, tra un from e l'altro, attingere l'ispirazione a quel volto divino. S'incomincia con un notturno di Chopin a soli archi, nel quale egli ha poca parte, tranne un sommesso accompagnamento; ma Bernardini è insuperabile, elettrizzante, un mago incantatore, non un suonatore di violino. All'ultima volata scoppia un applauso universale, in cui si sentono rumoreggiare le grosse mani dei compatrioti di Beethoven; applaudirebbe anche miss Tennis, se ciò fosse propre. Ma applaude per lei miss Dy, sul volto della quale erra e si confonde una strana impressione di sorpresa, mista a una curiosit
Aspettavano che uscissero i condannati per leggere il cartello, che portavano legato al collo e sul quale erano scritti la et
Le corse consistono in sfide parziali di cinque, sei, sette o più cavalieri che galoppano contro una schiera di altrettanti nemici, e giunti all'altezza opportuna, gettano con meravigliosa destrezza un bastone che tien luogo di lancia, e rivoltano precipitosamente il cavallo in ritirata; la parte avversaria cogli scudi si difende dalla grandinata di lance, che vede venire in sua direzione, e quindi insegue il nemico che a sua volta fuggendo è obbligato con destri movimenti del cavallo o collo scudo suo a difendersi dagli attacchi.
Provai tale un'impressione di tutto il suo corpo sul mio, tale una vertigine di piacere, che dovetti ricordarmi il proposito di non fare un'invasione da barbaro, per resistere all'agitazione di prender Lidia e portarla sul letto e spogliarla io. Non dubitando del cimento al quale mi sottoponeva, Lidia rispose a un tratto al mio bacio e mi circondò delle braccia il collo.
E il gran quadrupede rossastro risollevava il collo lentamente, triturando fra le mandibole laboriose il cibo.
Giungemmo al sabaglione dopo avere vuotate parecchie bottiglie valtellinesi, senza dire una parola che valesse la pena di essere ricordata sul palinsesto della mia memoria. Il pensiero dei miei compagni era probabilmente intorno il collo dei loro cari.
Dopo di che la signora dai capelli color zolfo osservò quanto è piccolo il mondo. E il giovinotto di spirito disse che finirebbero collo scoprire che lui e lei erano fratello e sorella. Non aveva lei una voglia di fragola sulla spalla sinistra? No? Ecco! Che strana coincidenza! Neanche lui. Dunque erano forse gemelli.
Mortella. Bene. La Salvestra. Quella febbretta è caduta, le sembra? Mortella. Sì. La Salvestra. Non si sente più bruciare? Mortella. No. La Salvestra. Ha la fronte un po’ sudaticcia. Desidera qualche cosa? Mortella prende una fiala d’essenza, ne versa nel fazzoletto, lo fiuta, si terge la fronte, il collo sotto l’orecchio. Mortella. Ho sentito battere all’uscio. La voce di Giana.
Invece di verde scuro, macchiettato di nero, il vasetto era iridato, con riflessi di verde pallidissimo, con venature che, secondo la luce, apparivano di oro rosso cupo, cangianti. Fin l'incrinatura del collo era sparita sotto lo strato dello stagno!
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