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Aggiornato: 6 giugno 2025
Egli tuttavia non si era perduto d'animo, vagheggiando in buon punto un modesto disegno. Apertosi schiettamente coll'amico Assereto, aveva finalmente, nè senza fatica, trovato qualche cosa. L'Assereto era uomo di partiti, e di facile entratura; amava anche molto Lorenzo Salvani, col quale discorreva volentieri di letteratura. Il che non deve far maraviglia ai lettori non genovesi. Essi hanno da sapere, infatti, che da noi le Camene son tenute in conto più che a prima vista non sembri. La necessit
Un suo dilettissimo, anch'egli buon trovatore, Bertrando di Alamannone, fu pronto, come suol dirsi, a tenergli bordone, e ambedue fecero il disegno d'imbarcarsi a quella volta. Doleva di quella partenza al Plantageneto, che usò d'ogni suo potere per distogliere il suo protetto da quel faticoso viaggio. Ma nulla valse; e finalmente, ottenuta licenza dal conte, il Rudel monta in nave coll'amico.
Tornava frattanto alla mente del Fiesco il risolino del Ximenes, quando si era sentito accennare alle Fiandre. E se ne apriva coll'amico. Che cosa poteva significare quel risolino dell'arcivescovo di Toledo? E che segreto era quello del re, a proposito delle Fiandre, che l'arcivescovo riconosceva con tanta soddisfazione essere stato così bene custodito?
Non farò il torto alla vostra sagacia, cari lettori, di dirvi che questa persona era Antonio Vanardi, non morto altrimenti, ma d'accordo coll'amico Giovanni decisosi a scomparire per un poco alla vista del mondo, affine di eccitare in favor suo quella carit
Tornò poi nel salotto, e sdrajatosi in compagnia degli amici: Chi manca ancora? domandò. Tu lo saprai, rispose Achille, lisciandosi col palmo della destra inguantata la colta barba: io, per me, quando prometto, son puntuale così coll'amico come coll'amante. Ben dici, bell'uomo! aggiunse uno de' colleghi: anch'io, dove si tratti di pranzo o colezione, sono esatto come un creditore.
Il dì Buonvicino li lasciava sempre soli, tra per non mettere ombra col trascurare le solite occupazioni dell'istituto, e tra per darsi attorno, e informarsi di quello che importava sapere. La notte poi tutta la vegliava il buon frate coll'amico a discorrere dei casi loro, a provvedere, a confortarlo.
E domandandogli l'oste se aveva a preparare per ambedue, allora il Malumbra, facendo le viste che molto non gl'importasse della compagnia dell'altro, soggiunse: «Per questo messere, col quale ci siamo incontrati, non so.» Ma il Bronzino avendo presto detto all'oste: «Prepara pure anche per me, chè pranzo coll'amico;» senza più altro, l'uno rimpetto dell'altro, si posero a desco.
Diffatti, poco lunge dal salone da ballo, Ariberti si incontrò coll'amico Filippo, e fu una ventura per ambedue, che si vedevano tanto di rado. Eccoci qui, disse ridendo Ariberti, come due cavalieri del Gobelins, spiccati da un arazzo, ma per far sempre tappezzeria. Tu non balli; io neppure... Eh, quanto a me, si capisce; interruppe Filippo; la gravit
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