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Aggiornato: 2 giugno 2025


Durante il breve tragitto, Fabio fu più volte sul punto di dire al principe quanto lo affliggeva di vederlo nelle mani di un volgare imbroglione, di narrargli che Caruso aveva servito un po' tutti i partiti con la penna, una penna che non sapeva intingere altro che nella bile, e che ora non avendo più nessuno si attaccava a lui come alla tavola di salvezza.

Maria, bella e cortese com'era, non fu da quel momento conosciuta soltanto come la moglie del signor Caruso; ebbe anche lei il suo patriziato artistico, non fu più una ignota sbalzata a Roma dalla incerta posizione del marito, fu la figlia di un artista di merito.

Il signor Massa, giornalista, disse accennando un giovinotto pallido, con le scarpine lucide e l'aria spavalda, il signor Caruso, giornalista pure aggiunse accennando un omaccione grasso, dallo spiccato tipo meridionale con le lenti sul naso e una barbetta rada sulle guance butterate dal vaiuolo.

Gli onori di casa erano fatti da Ubaldo Caruso e da Fabio Rosati, i quali pareva fossero fra loro pane e cacio, benchè, gelosi com'erano uno dell'altro, si disputassero continuamente alla sordina il dominio sull'animo di don Pio.

Non scherzi, Eccellenza, disse Fabio in tono supplichevole, io temo che la principessa sia trascinata dalla gelosia, non ragioni più e voglia commettere uno scandalo, che farebbe parlare tutta Roma. Pensi quanto ne soffrirebbe la signora Caruso.... Fabio, nel pronunziare quel nome capì come erano arrischiate le sue parole e non osò aggiungere altro.

Don Pio in quell'estate non aveva fatto altro che brevi assenze da Roma per accompagnare la principessa a Sorrento e poi a Saint-Moritz, ma col pretesto delle costruzioni era rimasto alla capitale e ogni settimana quasi aveva condotto Maria Caruso e Fabio Rosati a far delle gite col suo break nei dintorni della citt

Un giorno la Gazzetta di Lombardia, gli rimase infatti, perchè il direttore non sapeva come tirare più avanti e non poteva rendere al Caruso le somme prese in prestito da lui.

Ebbene i contadini di Piana, di Corleone e di cento altri siti unendosi in setta, ricorrendo alla violenza se si vuole, migliorarono salari e patti agrari, mentre l'inchiesta sulla Sicilia del 1875, l'inchiesta agraria, i libri di Caruso, di Sonnino, di Franchetti, di Basile, di Villari, ecc., gli articoli di Baer e di tanti altri non cavarono, da pur troppo! un ragno da un buco.

Il signor Caruso, redattore del Tempo, disse il vecchio stringendo la mano con effusione al giornalista. Mia figlia minore, la mia Maria.

La gelosia, che guida irresistibilmente ogni donna, che sa di avere una rivale, nei luoghi dove spera d'incontrarla per provare l'immenso strazio del cuore, dal quale ha fede di veder sorgere, pianta venefica, ma vitale, la vendetta, guidò donna Camilla davanti alla casa dei Caruso, la quale era di pertinenza del patrimonio Urbani.

Parola Del Giorno

dell’esule

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