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Questo accampamento in luogo perfettamente isolato e selvaggio, il mistero della notte, l'apprensione per quel che poteva forse succedere, e l'emozione del poterci veder davanti quei due occhioni scintillanti senza le barre di ferro che ce ne separino, un ascoltare ansiosi ad ogni muover di foglia, la cantilena dei camellieri che sparsi a gruppi stavano preparandosi con pochi grani di dura la loro cena, la luce delle enormi fiamme che innalzavano grosse colonne di fumo e spandevano i loro raggi luminosi sulle foreste che da ogni lato ci circondavano, tutto questo, ripeto, formava uno spettacolo veramente imponente e fantastico.

Arrivano le mule. Partenza per l'interno. Indolenza dei camellieri. Sorpresi dalle piogge. Equipaggiamento. Emozione notturna. Un funerale. Trattative noiose pei buoi da carico. Ballo fantastico. Grandiosit

Si fa perfetto buio, troviamo passaggi piuttosto difficili, dove i camelli a stento trovano ove posare i loro piedi fatti per calcare le sabbie del deserto: nell'ombra della notte si capisce che bella dev'essere la natura che ne circonda, e come viaggiatori ne duole perderne la vista, ma i nostri camellieri, timorosi forse di fermarsi soli, sono sordi alle nostre domande e ai nostri ordini, e colla scusa della mancanza d'acqua ci fanno camminare fin dopo le otto, fin quando cioè si fermò l'altra carovana.

I nostri camellieri sono biscerini: per tutto abbigliamento un pezzo di tela bianca che avvolta alla cintura scende fino al ginocchio e la notte si stende ad avvolgere tutto il corpo per riparare dall'umido e dal freddo: ai piedi due logori sandali, e per cappello l'originale capigliatura a ciuffo ritto e a ricci o trecce pendenti, contro la sferza del sole: per provvigione qualche pelle che si riempie d'acqua quando se ne trova, ed una piena di dura: per difesa, pendente dalla spalla sinistra, uno spadone colla guardia a croce in ferro e la guaina allargantesi ad uso freccia verso il basso; uno scudo in pelle da ipopotamo, rotondo, con una sporgenza conica al centro; una lancia alta forse due metri nella mano destra.

L'otto mattina il nostro cortile era ingombro di casse e camelli; come al solito i camellieri si rifiutano di caricare lamentandosi del prezzo stabilito, poi dicendo i carichi troppo pesanti, tutte scuse per carpire qualche tallero di più e ritardare la partenza, ma la pazienza nostra non volle resistere a tante prove e quando mostrammo della risolutezza e domandammo giudice il governatore, ogni difficolt

Il 24 attraversiamo il deserto, e verso sera dense nubi e un primo acquazzone ci fanno avvertiti delle cattive intenzioni del cielo. I camellieri volevano ad ogni costo fermarsi, ma avendo gi

Il naib trova giusta la nostra decisione, imparte gli ordini ai camellieri perchè ci seguano e ci raggiungano l'indomani mattina, quindi si mette alla testa della nostra piccola carovana che parte all'una e mezzo antimeridiane del dieci.