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Aggiornato: 10 maggio 2025
I bramini gli annunziano che quella è Sacontala, la sposa legittima di lui. Stupisce il re: gli pare strano che gli si parli di nozze. Che favola è questa mai? È levato il velo a Sacontala. Dushmanta la rimira, confessa che è bella; ma non la riconosce. Per quanto io mediti, non mi ricordo d'avere sposata costei. Né io darò luogo mai nella mia reggia a donna che porti in seno la prole altrui.
«Sciacravaca», uccello acquatico che gli inglesi chiamano «oca de' bramini». I conoscitori delle passioni terranno conto di questo passaggio dall'ironia al pianto dirotto. Com'è pieno di verit
Dushmanta non si ricorda piú di Sacontala. Riposandosi alcun poco dalle cure dell'impero, ode una canzone che parla di affezioni dimenticate. L'armonia di quel canto è mesta. Egli diventa mesto; ma non ne sa indovinare la cagione. E perché dunque mi viene sull'anima tanta malinconia in udire un semplice canto che rammenta i lontani, se davvero non so d'essere diviso da oggetto alcuno dell'amor mio? L'aspetto della bellezza, le melodie soavi inducono talvolta a malinconia gli uomini per altro felici. Chi sa? Forse è una malinconia che proviene in essi da qualche languida memoria di gioie passate; forse è l'ultima traccia di alleanze contratte in una esistenza anteriore. Siede pensoso ed afflitto. I bramini, inviati a lui da Canna colla sposa, cercano udienza: sono intromessi. Durante la cerimonia del ricevimento Sacontala, [p.161] velata il volto, trema incerta dell'esito. Che donna è quella? La belt
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