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Aggiornato: 7 maggio 2025


Sogliono gl'Italiani tutti, scaldati da troppo tepido sole, e per altre ragioni che adesso non fa mestieri qui esporre, essere inchinevoli nelle parole, e negli scritti loro, a certo stile figurato che per adoperarsi in ispecial modo nelle parti di Oriente, appellano orientale; principalmente poi i Napolitani ed altri abitatori delle più calde contrade, se qualche passione, o lieta o trista, li commuova di straordinario incitamento: però nessuno, spero, sar

E ad evidenzia di questo, secondo il mio giudicio, è da sapere, come i musici ogni loro artificio formano sopra certe dimensioni di tempi lunghe e brievi, e acute e gravi, e della varietá di queste, con debita e misurata proporzione congiunta, e quello poi appellano «canto»; cosí i poeti, non solamente quelli che in latino scrivono, ma eziandio coloro che, come il nostro autore fa, volgarmente dettano: componendo i lor versi, secondo la diversa qualitá d'essi, di certo e diterminato numero di piedi, intra se medesimi, dopo certa e limitata quantitá di parole, consonanti: come nel presente trattato veggiamo che, essendo tutti i rittimi d'equal numero di sillabe, sempre il terzo piè nella sua fine è consonante alla fine del primo, che in quella consonanza finisce.

La qual forma li greci appellano «poetes»; laonde nacque, che quello che in cotale forma fatto fosse s'appellasse «poesis»; e quegli, che ciò facessero o cotale modo di parlare usassono, si chiamassero «poeti». Questa adunque fu la prima origine del nome della poesia, e per consequente de' poeti, comeché altri n'assegnino altre ragioni, forse buone: ma questa mi piace piú.

Soperato dunque e vinto finalmente dal fugace desio, vágli impetuoso drieto, dovunque la falsa incantatrice, losingando, a in guisa di calamita lo smarrito animo tira, passando tutta fiata per sogni, chimere ed amorose favole, quali sono le «fizzioni macaronesche», come gli appellano, di Merlino, li sonetti, ed altre assai vane frascuzze, per signar il tempo da la giovenezza inutilmente trapassato, in fin che poi nel laberinto di qualche travaglio si ritrova essere: cosa che 'l piú de le volte dopo gli piaceri sòle a gli gioveni accascare.

Parola Del Giorno

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