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Quando quella sera Giorgio andò a casa, il ragazzotto che gli serviva da cameriere gli porse una lettera di Tibaldo la quindicesima forse alla quale non rispondeva ch'egli gettò sul tavolo senza leggerla. Poi si lasciò cadere sopra una poltrona e pensò. In certi momenti egli era un uomo abbastanza positivo. Guardò la questione da tutti i lati; e capì che il partito migliore era di partire al più presto e cercare di sradicare quel sentimento, forse solo tenace in apparenza: giacchè, se restava, bisognava prometterle di sposarla, e poi? Abbandonarla? Egli rifuggiva da un tale pensiero. Mantenere la promessa? E se non fosse che un capriccio? Legarsi per la vita, contradire tutte le proprie idee, le proprie massime, la propria gioventù, pentirsi dopo, rinunziare a cento progetti, perdere la propria indipendenza, sagrificare forse ad una passione del momento la felicit

Abbiamo chiaccherato abbastanza; diss'egli, alzandosi da tavola. Come? Te ne vai? Gli affari passano avanti a tutto. Abbiamo una faccenda a sbrigare con Bonisconti. Ma badate, stassera vogliamo stare allegri. Anzi, se volete, si balla in casa mia. Chi ha dame, le porti.

Montoni tornò tardi ed era furente: aveva fatto una grossa perdita; prima di coricarsi, volle parlare a quattr'occhi con Cavignì, e l'aria di quest'ultimo fece conoscere abbastanza il seguente che il soggetto della conferenza eragli riuscito poco gradevole.

«E ora capisco che la quistione è un'altra: Luigi non aveva tanta paura che non mi paresse giovane abbastanza, quanto che non mi piacesse come persona, come viso.

Non sono ancóra stroncata abbastanza, rotta, calpesta? Non basta ancóra? Nessun respiro, nessuna tregua, nessun riparo, nessun aiuto: niente. E questa atrocit

Emilia drizzò il capo, sussultando. Roberta esitava; nonostante la confidenza, ella soffriva sempre innanzi a Cesare un po' d'impaccio, e finita la febbre dello scherzo, era ripresa dalla tema d'offenderlo. Infine, si decise: No, disse. Rifiuterei. Non è abbastanza idealista.

Palmiero Abbate nel 1272 fu castellano del castel di Favignana per Carlo I, come si vede in un diploma pubblicato dall'er. Michele Schiavo, Memorie per la istoria letteraria di Sicilia, tom. I, par. 3, pag. 49 e seg. Tutti gli scrittori Trapanesi voglion Palmiero lor concittadino, i Palermitani lo contendon loro; gli uni e gli altri senza provarlo abbastanza.

Allora io dissi abbastanza forte i due primi versi della poesia tanto a lei cara: Ah no, se tu m'ami, vorrei Posar nel più fondo vallon.

Il Dupaty, sullo scorcio del secolo passato, constatò che a Roma vi erano quarantamila poveri, che stavano abbastanza bene, e molti dei quali erano anche ricchi.

Eccolo, diceva tra , mentre stava compiendo quella operazione, colui pel quale donna Rosalia si fece religiosa, ed a cui diedi l'altra perchè tacesse!... Quali avvenimenti da allora!... Per adesso credo essermi vendicato abbastanza.... E ritornò verso il palazzo. Donna Maria era ad una finestra: lo vide ritornar solo: comprese....