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Aggiornato: 17 maggio 2025


Sennonché nemmeno questa misura, lo stampo cioè di monete destinate al corso esclusivo nella Dalmazia e nell'Albania, bastò a frenare i disordini dell'incomoda lira di computo in quelle province. Anzi la Repubblica, non potendo o non volendo metter argine a quell'abuso di conteggiare in una moneta del continuo oscillante e che facilitava agli speculatori il monopolio de' metalli coniati, venne più tardi nella determinazione di regolare il peso delle gazzette e de' soldi di rame a seconda del vario valore ch'ebbe lo zecchino in quelle province: talché quando lo zecchino fu ragguagliato a lire di Dalmazia 25 (cioè intorno al 1700) si cavavano da una marca di rame gazzette 30 1/3 che pesavano ciascuna k. 38; quando a lire 27 (cioè nel 1706), gazzette 34 del peso di k. 33 15/17; quando a lire 33 (cioè intorno al 1730), gazzette 39 ciascuna delle quali del peso di k. 29 7/13. Così leggiamo nelle memorie di zecca, e così si spiegano le variet

Minori di peso, e quindi di più moderno conio, sono le monete che recano i nomi delle isole di Corfù, Cefalonia e Zante per le quali vennero battute nella veneta zecca. Ricordai più addietro come intorno al 1730, allorché lo zecchino si valutava in Levante a lire 33 di conto, le gazzette dalmato-albanesi andassero a 39 per marca di rame, ed avessero in conseguenza un peso di soli k. 29. 7/13 come i soldi pesavano k. 15. 1/26. Ed invero tal peso ricorre nelle monete ch'esaminiamo, la cui fabbrica è perciò a riportarsi agli ultimi anni di Alvise Mocenigo III.° o al breve ducato di Carlo Ruzzini. Questa posteriorit

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