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Gettò un grido, storcendo la bocca, alzando le due mani colle dita rigide, adunche, mentre un silenzio profondo, un silenzio brutale, un silenzio di ghiaccio sottentrò alla festa, e cento occhi bianchi, cento occhi gelati si fissavano sul viso incartapecorito del signor Gaspare. Un buffo d'aria stortò le fiamme delle candele. La sposa fu portata via.

Egli, allora, aiutandosi con tutti gli artifizi della mimica, le spiegò il pronome ed il verbo. Per il pronome, veramente, bastava indicare la sua graziosa vicina. Ma il verbo.... il verbo, come sapete, è il gran mistero di tutte le lingue. E i misteri si capiscono a volo, si sentono, si afferrano di schianto con tutte le virtù dell’intelletto, ma non si spiegano per indicazioni, per segni approssimativi. Nondimeno, trattandosi del verbo per eccellenza, e del suo modo indicativo, e del suo tempo presente, e della prima persona, Damiano ci si provò con coraggio. Additando lei parecchie volte, si carezzò il viso, storcendo gli occhi in atto di spasimo; additò lei parecchie altre volte, come per riferire a lei la carezza che aveva regalata a stesso; finalmente si recò le mani al cuore, e dal cuore le stese verso di lei in atto di preghiera, di desiderio, di tutto quello che segue e che per amor di brevit

La monachella che a notte balzò esterrefatta dal letto, che si rannicchiò pudibonda sull'inginocchiatoio, storcendo le braccia, le quali nel sogno erano aperte ad abbracciare cupidamente, la monachella che supplico: Vade retro! al mattino, suonando l'organo ad onore della Madonna, trovò dolci armonie, che le suore dissero: Pare santa Cecilia! Non era santa: era innamorata.

Sappiamo che siete uomo, e di quelli che non se n'incontra tutti i giorni; non perchè ci siete davanti. Vi ringrazio.... ma.... capirete.... queste non son risposte che si possan dare su due piedi. Bisogna pensare.... bisogna vedere.... Ma il Carrarella interruppe storcendo il muso, e il cugino Santo si messe a tentennare il capo che non la finiva più.

La mamma, se a caso lo vedeva girandolar colle mani alla cintola, era sempre coll'antifona: Suvvia, Nicolino; non hai fatto ancor nulla quest'oggi. Vedi, tuo padre va in collera, e brontola sempre con me. Per amor mio, va a lavorare, che tu non perda il novembre quel che sapevi in agosto. Nicolino andava storcendo un pochino le labbra, ma andava.

Più che all'onore, pensava allo sfregio fatto alla sua riputazione di malandrino, e bramava sapere il nome di colui che gliel'aveva fatto, per lavarlo col sangue. Posò dunque il fucile, e ritornò vicino alla figlia. Il nome di quell'uomo.... Lei si rizzò sulla vita, restò genuflessa, col corpo abbandonato sulle ginocchia, storcendo le mani per l'angoscia.