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Lodo il tuo zelo, caro Basilio, ma sappi che quei due furfanti non erano due oche, e probabilmente prima che tu avessi potuto fare la festa a loro avrebberla essi fatta a te; ma è inutile perder tempo in questa digressione. Coloro sono due dei più indiavolati moderati che io conosca; hanno aderenti e mezzi e son capaci di guastare le cose sul più bello: conviene sul momento spiccare un ordine del proconsole che non ardiscano più presentarsi in citt

Oh! ma le tue facezie mi hanno fatto dimenticare un caso: sai tu che possiamo dirci proprio fortunati, fortunatissimi? indovina un po'? il bravo nostro collega Catone il censore è salito al posto di proconsole. Il popolo ce l'ha messo, e possiamo dire che siamo al punto beato di fare quello che ci piace.

Giunge finalmente a Cartagine, dove viene trascinato dal proconsole. Ode parole di scherno. Viene considerato prigioniero di guerra e condannato alla schiavitù imperiale. Verr

La sua ultima vittoria, perchè i vinti avevano implorato l'aiuto dei potenti ed odiati romani, ed il proconsole aveva avocato a la causa ed osato citare lui, un principe, lui, Ramsette, al proprio tribunale. Aveva risposto: Un libero principe non può venir giudicato da nessuno! ed aveva invitato il proconsole al proprio tribunale.

L'opinione di straziarli prevaleva sempre: ed il corteggio terribile si avvicinava al palazzo del proconsole; se non che, entrato diverbio e susurro sul modo di spacciarli, poco mancò che non succedessero omicidii nella folla medesima, la quale, dividendosi in più partiti, fu causa che coloro che menavano i disgraziati dovettero arrestarsi. Fu tenuto una specie di parlamento generale.

Pollione, il malcapitato proconsole delle Gallie, quantunque scombussolato dalle furie di Norma e dalle sue minacce contro la povera Adalgisa, fu molto più saldo ai tre colpi percossi sul sacro disco dalla gran sacerdotessa d'Irminsul, che non fosse mastro Pasquale all'udire quell'altra druidessa che suonava a stormo sul ballatoio.

Fatto sta, che il signor Ridolfi proconsole con pieni poteri accompagnato da molte armi venne in Livorno, dal balcone sparse fogliolini stampati al popolo; confetti parlanti ferocia e menzogna secondo il solito contro il Guerrazzi; sorsero su predicatori per tutti i canti predicando come codesta belva volesse saccheggiare ed ardere la Patria.... e il popolo se la bebbe.

Come! urlò il proconsole spezzando un bicchiere di Sciampagna nelle pareti, come! canaglia, e l'altro? L'altro, dissero i manigoldi, l'ha voluto per lo zio Neri! E chi è lo zio Neri? Chi è? replicarono i popolani: è uno che conta quanto voi; poichè voi è poco che contate, ed esso comanda da trent'anni sull'Alghe di bocca d'Arno. I due demagoghi si morsero le labbra.