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se non quando gridar: <<Chi siete voi?>>; per che nostra novella si ristette, e intendemmo pur ad essi poi. Io non li conoscea; ma ei seguette, come suol seguitar per alcun caso, che l'un nomar un altro convenette, dicendo: <<Cianfa dove fia rimaso?>>; per ch'io, accio` che 'l duca stesse attento, mi puosi 'l dito su dal mento al naso.

Farotti ben di me volere scemo: son Guido Guinizzelli; e gia` mi purgo per ben dolermi prima ch'a lo stremo>>. Quali ne la tristizia di Ligurgo si fer due figli a riveder la madre, tal mi fec'io, ma non a tanto insurgo, quand'io odo nomar se' stesso il padre mio e de li altri miei miglior che mai rime d'amore usar dolci e leggiadre;

se non quando gridar: «Chi siete voi?»; per che nostra novella si ristette, e intendemmo pur ad essi poi. Io non li conoscea; ma ei seguette, come suol seguitar per alcun caso, che l’un nomar un altro convenette, dicendo: «Cianfa dove fia rimaso?»; per ch’io, acciò che ’l duca stesse attento, mi puosi ’l dito su dal mento al naso.

Vedi Paris, Tristano>>; e piu` di mille ombre mostrommi e nominommi a dito, ch'amor di nostra vita dipartille. Poscia ch'io ebbi il mio dottore udito nomar le donne antiche e cavalieri, pieta` mi giunse, e fui quasi smarrito. I' cominciai: <<Poeta, volontieri parlerei a quei due che 'nsieme vanno, e paion si` al vento esser leggeri>>.

Farotti ben di me volere scemo: son Guido Guinizzelli; e gia` mi purgo per ben dolermi prima ch'a lo stremo>>. Quali ne la tristizia di Ligurgo si fer due figli a riveder la madre, tal mi fec'io, ma non a tanto insurgo, quand'io odo nomar se' stesso il padre mio e de li altri miei miglior che mai rime d'amore usar dolci e leggiadre;

Questi>>, e mostro` col dito, <<e` Bonagiunta, Bonagiunta da Lucca; e quella faccia di la` da lui piu` che l'altre trapunta ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia: dal Torso fu, e purga per digiuno l'anguille di Bolsena e la vernaccia>>. Molti altri mi nomo` ad uno ad uno; e del nomar parean tutti contenti, si` ch'io pero` non vidi un atto bruno.

25 qual sagra, qual falcon, qual colubrina sento nomar, come al suo autor più agrada; che 'l ferro spezza, e i marmi apre e ruina, e ovunque passa si fa dar la strada. Rendi, miser soldato, alla fucina per tutte l'arme c'hai, fin alla spada; e in spalla un scoppio o un arcobugio prendi; che senza, io so, non toccherai stipendi.

Vedi Parìs, Tristano»; e più di mille ombre mostrommi e nominommi a dito, ch’amor di nostra vita dipartille. Poscia ch’io ebbi ’l mio dottore udito nomar le donne antiche e ’ cavalieri, piet

Vedi Parìs, Tristano»; e più di mille ombre mostrommi e nominommi a dito, ch’amor di nostra vita dipartille. Poscia ch’io ebbi ’l mio dottore udito nomar le donne antiche e ’ cavalieri, piet

ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia: dal Torso fu, e purga per digiuno l’anguille di Bolsena e la vernaccia». Molti altri mi nomò ad uno ad uno; e del nomar parean tutti contenti, ch’io però non vidi un atto bruno. Vidi per fame a vòto usar li denti Ubaldin da la Pila e Bonifazio che pasturò col rocco molte genti.