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Sentiva che i giorni lieti erano finiti. Fra la sua vita presente e quella di qualche mese prima vi era un abisso; allora ella viveva in pieno sole, respirando con delizia l'aura della gioventù; tutto le piaceva, tutto la divertiva, tutto aveva uno scopo ed ella sorrideva a tutto. La sua giornata era tutta occupata; l'amore illuminava ogni cosa con il suo raggio immortale; tutte le persone che l'avvicinavano l'erano simpatiche; dovunque si trovava nel proprio elemento. Ora invece, ad ogni nuovo mattino che veniva a risvegliarla doveva aprire gli occhi dolorosamente, domandando a medesima a che serve la vita; si alzava, si vestiva macchinalmente; parlava e le sembrava che il linguaggio che udiva non fosse il suo, si sedeva al letto di sua madre e quasi non se ne moveva che per andare a pranzo con gli altri, il che era un piccolo supplizio quotidiano. Poi, alla sera, appena lo poteva, si chiudeva nella sua stanza, scriveva tristamente ad Alberto, non più con l'espansione dei primi tempi, ma nascondendogli le sue pene per non annoiarlo inutilmente, e poi cercava il sonno. Si vestiva alla mattina e si svestiva alla sera, più si curava di quella eleganza sua propria che era uno dei distintivi del suo carattere; non le rimaneva che quella parte che nulla poteva toglierle. Se qualcuno di coloro che l'avevano incontrata a caso sulle montagne della Svizzera, con la veste grigia sollevata sopra la sottana rossa, l'occhio pieno di luce e di allegrezza, il piede fermo e il passo agile, la guancia rosea di gioventù e di salute l'alpenstock alla mano e il cappellino tutto coperto di rose selvatiche; o nella sua piccola villa, di estate, tutta avvolta in una mussola fresca, leggera, che scorreva sveltamente sulla minuta sabbia dei viali, mentre si metteva le due mani alla bocca per chiamare Alberto dalla sua stanza del primo piano la rivedesse ora, crederebbe avere dinanzi agli occhi qualcosa di somigliante alla visione di prima come l'ombra alla realt

Satanella non era una donna; era un caso patologico. Essa inebriava di tutti quanti l'avvicinavano; e quando aveva fatto serpeggiare nei sensi dell'uomo un fuoco divoratore, ritornava fredda e impassibile. Cleopatra uccideva lo schiavo al quale il suo capriccio avea voluto concedere una notte di amore. Satanella, dopo i suoi baci, rendeva pazzo l'amante con un riso schernitore. Ma il poeta aveva rivestito il suo mostro con versi splendidi e ispirati; la maravigliosa attrice, che ne interpretava il carattere, oltre di aggiungervi il fascino delle forme magnifiche, sapeva infondervi tanta vita, tanta verit

Nelle condizioni d'animo in cui Diana si trovava, l'annunzio datole da sua madre le fece una impressione immensa. certo, ell'aveva sempre resistito al fascino che l'Adelaide Nocera esercitava su quanti l'avvicinavano, ell'aveva sempre giudicata con severit