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Dio ve la diede; gli uomini non possono a modo loro rifarla. Gli uomini possono, tiranneggiando, impedirle per breve tempo ancora di sorgere; ma non possono far ch'essa sorga libera, oppur diversa da quel ch'essa è. Dio che, creandola, sorrise sovr'essa, le assegnò per confine le due più sublimi cose ch'ei ponesse in Europa, simboli dell'eterna Forza e dell'eterno Moto, l'Alpi ed il Mare.

La quale tuttavia oltrepassarono, varcando l'Alpi, entrando nelle terre franche, e cosí incominciando la guerra bisecolare che finí con lor perdizione. Del resto, ne furon respinti fin d'allora; e lasciaron di colá partirsi per tornar a Germania i sassoni lor compagni. In Italia poi, i greci non si mostrarono mai alla campagna.

Intanto, mentre queste cose accadevano in Milano, la guerra regia, rifiutate l'Alpi, si confinava oziosamente tra le fortezze. Intanto l'esercito austriaco, raggranellato, riconfortato, vettovagliato, aspettava, riceveva rinforzi.

I languenti per morbo vengono dalle brume settentrionali a ribever la vita nell'aure balsamiche de' vostri prati, sotto l'azzurro profondo de' vostri cieli. L'Alpi eterne vi guardano solenni dall'estremo della vostra contrada come per dirvi: siate grandi!

Annibale, capo in quella repubblica del partito della guerra, capitano giá vittorioso in Ispagna, e giovenilmente fecondo di quelle idee nuove ed ardite onde sorgono le guerre e i capitani immortali, ideò venir di Spagna a Italia per terra, attraversando Gallia transalpina, Alpi e Gallia cisalpina. Cosí fece. Gran disputa ne rimane tra gli eruditi, dove ei varcasse l'Alpi.

La terza mista di galli e liguri scese per l'Alpi marittime, e, rimasta a destra del Ticino, stanziò in Piemonte. La quarta mista di galli e kimri scese per l'Alpi pennine, occupò i piani tra il Po e l'Appennino, e stanziò principalmente nell'etrusca Felsina, nomata quindi Bologna da' boi una di quelle genti.

Mentre io canto così, fuor dal recente Varco de l'Alpi glorïando passa L'alto Amico de l'uomo, a cui ridonda Di lampeggianti entusïasmi il petto. Al meriggiar de le populee rive, Da secreta virtù vinto, si asside L

Perché ripassate l'alpi, con molti nemici di fiorentini e di lor parte congiuntosi, e con ambascerie e con lettere s'ingegnarono di tirare lo 'mperadore da l'assedio di Brescia, accioché a Fiorenza il ponesse, come a principale membro de' suoi nemici; mostrandogli che, superata quella, niuna fatica gli restava, o piccola, ad avere libera ed espedita la possessione e il dominio di tutta Italia.

E quel dolore non era, io lo giuro sull'anima mia, dolore di repubblicano tenace o d'uomo che non dimentica: io non pensava in quei giorni che alla questione vitale dell'indipendenza e avrei abbracciato il mio più mortale nemico purchè avesse ajutato l'Italia a ricacciar l'Austriaco oltre l'Alpi: era dolore d'uomo educato dalla sventura che presentiva la delusione, la guerra regia sostituita alla guerra del popolo, l'ambizione irrequieta, impotente d'un individuo all'impeto di sagrificio dei millioni, l'inettezza d'una decrepita aristocrazia ai nobili fecondi impulsi dei giovani popolani, la diffidenza, la briga tutto, fuorchè il tradimento alla fratellanza santissima nell'intento, alla semplice diritta logica dell'insurrezione.

Allo Stato, per mezzo d'una Costituente Italiana raccolta a suffragio universale, il PATTO NAZIONALE, la Dichiarazione dei Principî nei quali il Popolo d'Italia oggi crede, la definizione del fine comune, del Dovere sociale, che ne derivano e formano un vincolo di pensieri e d'opere comune a quanti vivono fra l'Alpi e il Mare e l'ordinamento delle autorit