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Prima che egli, completamente persuaso di aver battuto una falsa strada, si decidesse a buttare alle ortiche la cocolla dell'ordine monarchico moderato, ci volle qualche anno; ma fu in quei mesi di viaggi e di osservazioni che cominciò a perdere l'antica fede; da quell'epoca fino al giorno in cui si distaccò completamente dal vecchio partito, fu un periodo laborioso, faticoso e doloroso, di cui egli solo potrebbe fare la storia esatta in uno studio autobiografico, in un libro che riescirebbe di grande istruzione per i nostri giovani, intitolato: Come io diventai repubblicano federalista.

Ma che cosa è Guerrazzi? mi dimanderete voi adesso. Ohimè! io vorrei ben dirvelo, se lo sapessi, se il signor Guerrazzi lo sapesse egli stesso. Il fondo del suo pensiero di deputato è un mistero. Egli è italiano, senza dubbio; ma sotto di qual forma politica? È desso unitario, repubblicano, monarchico, costituzionale, anarchico? È desso federalista, è desso autonomista?

A ciascuno di questi due termini del problema corrisponde una scuola politica. Corrisponde al primo, la scuola che si fonda sul diritto individuale: corrisponde al secondo quella che ha per base il dovere sociale. La scuola del diritto individuale è, illogicamente, federalista. Io dico illogicamente, perchè, per essere logica, essa dovrebbe andare sino all'autonomia d'ogni Comune.

Io non mi fermo molto su Ferrari. Egli è conosciuto in Francia, forse più che in Italia; e fuvvi un momento in cui e' sollevò qui la collera universale, non a causa dell'irreprovevole suo carattere, ma a causa delle sue dottrine. Il signor Ferrari è il solo federalista della Camera perocchè io non so che, palesemente almeno, due ne fossero. Egli non maschera punto vigliaccamente le sue opinioni; egli le lancia, al contrario, a torto ed a traverso, ad ogni proposito; e, cosa singolare, il Parlamento, che interromperebbe chiunque altro con i suoi bisbigli, lascia Ferrari liberamente sporre le sue teorie a causa forse del suo nome, o a causa della tinta scientifica che l'eminente filosofo-storico d

E fu tale infatti la definizione dello Stato data dal federalista Brizzot, ricopiata più dopo da Beniamin Constant e da tutti i politici della Monarchia ristorata Francese e sviluppata recentemente sino nell'ultime deduzioni dal francese Proudhon.