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L'amante innanzi di separarsi da lei le dava ricordi e preghiere, e perchè bene le riuscisse l'impresa, e perchè non la cogliesse qualche sventura. Sentiva egli un'insolita letizia scorrersi in petto scoprendo il coraggio della bella, e precorrendo col pensiero il bene che lo attendeva, ma ad un tempo il timore pareva amareggiargli il calice cui appressava le labbra assetate, od offuscargli la luce che gli raggiava sugli occhi: ei spesso timoroso, come barchetta in mezzo all'onde contrastata da opposti venti che or l'uno la rapisce, or l'altro la spinge sa rimuoversi, da doppio affetto sospinto non sapea sciogliersi dall'amica e lasciarla libera al suo cammino. Ma vinse in fine la brama d'onore e la data fede, vinse l'amoroso desìo, strinse la bella pudibonda al petto, e additandole il cammino Va, anima mia: ci dividiamo solo ancora per pochi istanti, poscia nulla potr

Il curioso si è che, quasi contemporaneamente, la Teresa riceveva altri due inviti; l'uno dalla zia di Torino, l'altro dall'amica inglese che quell'anno non poteva venire in Italia e la sollecitava a traversar la Manica.

Torno da un lungo viaggio, corro a questa casa ch'era il mio rifugio, il nido della mia anima, corro dall'amica per la quale avrei dato fin l'ultima stilla del mio sangue, e m'accorgo subito che non ho più nido, che non ho più amica. La Teresa lo guardò con infinita malinconia. Perchè dite questo?

«Non tutti i mali vengono per nuocere» Care mie facciamola finita col piangere . . . . e poco mancava che piangesse anch'egli . . . devo assolutamente partire, diceva Alfredo alle sue sorelle, in un pomeriggio del principio d'Aprile di quell'anno 18.. in cui temeva vicinissimo il principio del domicilio coatto, essendo giunto pochi momenti prima il secondo inteso avviso dall'amica incognita.

Mentre la donna parlava, Cesare andava mentalmente enumerando i segni delle mutazioni che in Roberta aveva egli pure afferrato; e sopra tutti, certi sguardi fissi, poco meno che affettuosi e caldi, i quali venivano a lui dall'amica incapace a simulare; e ancòra meglio, la sommissione timida che impediva a Roberta di rifarsi alla confidenza, una volta così audace, con Cesare.

Era il presentimento che fosse quello l'ultimo viaggio di qualche importanza ch'egli avrebbe fatto? Era la sciocca, singolare pretesa di ricever dall'amica un biglietto, un dispaccio che gli dicesse: «Affrettate il vostro ritorno. Ho bisogno di voi»? E perchè doveva ella aver bisogno di lui, ella che sapeva così bene regolarsi da ?

E siccome le rose non appassiscono mai sullo stelo, trovò subito chi davvero l'amò d'un amore meno ardente e focoso ma più costante e reale. La giovanetta sulle prime non voleva aprire il suo cuore a nessuno, ma consigliata dall'amica sua lasciò che questo amore benefico cancellasse i dolorosi avanzi del primo così sfortunato.

E tutt'in una volta, come Rosalia di Verdara, fermandosi innanzi all'uscio, aveva fatto per abbracciarla, ella si era scostata un poco dall'amica, portando le mani alla bocca, come per soffocare il suono delle sue parole. «Ebbene... è una pazzia!.. bisogna, intendete? che tutto finisca!..» «Massimilianatentò d'interrompere la contessa, spaventata dall'espressione della giovanetta.