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Il reduce difensore di Venezia anelava ardentemente di riabbracciare i vecchi genitori, di consolarli colla presentazione di suo figlio, che avrebbe occupato il posto del povero Stefano, e anelava ansiosamente di rimettere il piede nell’eroica citt

Una sera, verso la fine di gennajo, la fanciulla, tremante dal freddo e colla fame in corpo, veniva dalle sue occupazioni ed entrava nella sua squallida camera, sperando di scaldarsi un poco e di sedere alla povera cena consueta. Non vi era fuoco cibo di sorta. I due fanciulli non erano andati quel giorno alla scuola infantile per la molta neve caduta e per le loro scarpe estremamente sdruscite. Laonde avevano perduta la solita minestra dello stabilimento, e piangevano di fame. La madre, che pativa per medesima e per essi, procurava di consolarli, dicendo loro che la provvidenza non avrebbe tardato a venire. La provvidenza era il nonno Antonio, che fino dal mattino lavorava a sgombrare le strade della neve per guadagnarsi una lira dal Municipio. Cecilia stette seduta alquanto in un angolo, col cuore angosciato e col capo nascosto in grembo. Quivi si levò improvvisamente, e disparve della camera. Quando rientrò, dopo cinque minuti, parve lieta ed espansiva, fece coraggio alla madre, baciò i fratellini, e disse che il domani le cose sarebbero andate meglio. Questo buon umore non durò che pochi istanti per dar luogo al più tristo abbattimento. La fanciulla impallidì, ricadde nel silenzio e, grado grado, passò dai sospiri al pianto. La madre, stupefatta ed inquieta di tale contegno, si fece ad interrogarla ora con dolce ed ora con severa insistenza, e venne a sapere la verit

La povera Lucia, che aveva pel lungo lagrimare essiccata la sorgente delle lagrime, non piangeva più, ma esalava un lugubre, continuo ululato: piangevano i figliuoletti nel vedere così mesta la madre, sebbene non ne sapessero la terribile cagione, e Teresa doveva reprimere il pianto e consolarli, e acquetarli, perchè colle loro grida non rendessero più acerbe le pene della sventurata.

«Miss Dill?... Miss Dill non è una donna: è una strega! E fatta apposta per spaventarli, per farli piangere i bambini, e non per consolarli. È stata la mia povera moglie ad ostinarsi, a volerla prender per Lalla: fin d'allora, io non la potevo soffrire; ma la mia Maria la voleva e... Come si fa?... Sentite, caro conte, nella sventura ho un solo conforto; ma è un grande conforto; quello di essermi sempre sacrificato alla volont