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Aggiornato: 11 giugno 2025


Partì, essendosi fatto promettere dal suo protetto di cercare le distrazioni. Che accadeva intanto della marchesa? Nei tre mesi che erano trascorsi dalla notte del ballo non aveva più pensato ad Armando. Ritroviamola ora la mattina del giorno in cui finalmente Verny aveva scoperto il ritiro dell'artista.

In questo modo Verny venne a scoprire il rifugio dell'artista e all'indomani, salite faticosamente le sporche scale di una casa situata in una delle vie più oscure del Marais, picchiò all'uscio della soffitta d'Armando. Avanti! fu detto dall'interno. Egli spinse l'uscio ed entrò.

Egli si rinchiuse nella sua soffitta, nascondendosi a tutti. Aveva cambiato alloggio e nemmeno Verny lo seppe ritrovare. Usciva solo e di rado in qualche luogo solitario, e nessuna delle donne che aveva conosciuto, le dame della corte, le fanciulle leggiere non lo rividero più. E il vostro protetto? domandò un giorno la Champrosé al cavaliere, lo avete abbandonato?

Verny entrò ed ella subito gli chiese d'Armando. Egli rispose quello che sapeva, raccontò come l'avesse trovato e in quale stato e finì dicendo con un sorriso, che sospettava un poco lei di essere, in parte, la causa del male. Il viso della marchesa prese una strana espressione. Se sono io che ha fatto il male, voglio rimediarvi, cavaliere. Non sapeva tutto ciò.

Verny gli voleva bene; ma dacchè non aveva più la febbre lo credeva in via di guarigione e supponeva che i divertimenti lo guarirebbero anche dai mali morali, tanto più ora che sembrava avviato sulla strada della fortuna. Ma quanto si sbagliava! Armando era veramente ammalato e al ballo di Versailles stava peggio del solito.

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