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Rifiutato categoricamente il progetto di Rattazzi, la netta dichiarazione della Francia costrinse il Governo italiano a dichiarare di voler mantenere la convenzione. Il 19 ottobre, l'Imperatore mandò un ultimatum a Firenze; il suo rappresentante dichiarò a Rattazzi che Napoleone esigeva una prova della sincerit

Io non so chi suoni quel noi frequente nelle vostre pagine del 15 ottobre . Parlate, accettate, in nome degli uomini che si dicono di parte regia? È il vostro ultimatum una risposta collettiva alle nostre conciliatrici proposte? Sale dell'anonimo ex-prigioniero di Stato, al quale io accennava pochi innanzi, fino all'aule nelle quali, in nome d'Italia, si patteggia coll'impianto d'una dinastia straniera nel Sud? Veggo, in cima allo scritto vostro, le parole: Partito Nazionale Italiano. Quelle parole, usurpate a noi, come s'usurpa una parola d'ordine a cacciare scompiglio in un campo, e poste oggi in capo a scritti, che sembra abbiano assunto di travolgere nel ridicolo la causa italiana, furono usate nel senso regio, prima che da altri, da Daniele Manin. Assente egli al vostro dilemma? l'altero se no no, che suonava naturalmente: liberi con voi o senza voi, si tramuterebbe oggi dunque nella formola servile: liberi per opera vostra o schiavi? Gioverebbe saperlo. Gioverebbe sapere se, mentre gli stranieri s'agitano per noi col grido l'Italia per gl'Italiani, gli uomini della Monarchia piemontese hanno core di presentare ai loro fratelli il programma: o nostri o dell'Austria. Se mai ciò fosse se mai le imprudenti parole: noi respingiamo la bandiera neutra, giudicando la conciliazione impossibile, fossero le parole, non d'uno o di pochi individui, ma d'un intero Partito quel Partito diventerebbe immediatamente setta, fazione. Chiunque ha core in Italia e senso di dignit