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Per correr miglior acque alza le vele omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a se' mar si` crudele; e cantero` di quel secondo regno dove l'umano spirito si purga e di salire al ciel diventa degno. Ma qui la morta poesi` resurga, o sante Muse, poi che vostro sono; e qui Caliope` alquanto surga,

Trema forse più giù poco o assai; ma per vento che ’n terra si nasconda, non so come, qua non tremò mai. Tremaci quando alcuna anima monda sentesi, che surga o che si mova per salir ; e tal grido seconda. De la mondizia sol voler fa prova, che, tutto libero a mutar convento, l’alma sorprende, e di voler le giova.

Se mai fui privo de animo, e de orgoglio. Hor ne surga in me, che 'l mondo trema che al tristo, giova assai l'altrui cordoglio. Se in me trovossi ognor pietade extrema Hor ritrovisi extrema, crudeltate. che spesso a torto il ciel, vol che si gema. Se ognhor fui sopra ognun pien de humilitate Hor superbia in me soi, facci suo albergo. che a dietro va, chie segue sue pedate.

Tremaci quando alcuna anima monda sentesi, si` che surga o che si mova per salir su`; e tal grido seconda. De la mondizia sol voler fa prova, che, tutto libero a mutar convento, l'alma sorprende, e di voler le giova. Prima vuol ben, ma non lascia il talento che divina giustizia, contra voglia, come fu al peccar, pone al tormento.

Tremaci quando alcuna anima monda sentesi, si` che surga o che si mova per salir su`; e tal grido seconda. De la mondizia sol voler fa prova, che, tutto libero a mutar convento, l'alma sorprende, e di voler le giova. Prima vuol ben, ma non lascia il talento che divina giustizia, contra voglia, come fu al peccar, pone al tormento.

La morte a miei seguaci è un'esca dolce e di Natura for del fango i purga, ed è cagion ch'un'alma d'ombra surga ne l'alta luce, di che 'l mondo folce. «Qual è chi viva e non vedrá la morte?», David cantava lieto ne la cetra, bramoso il gentil spirto d'esta tetra prigion uscir a la celeste corte.

Ed elli: <<O frate, andar in su` che porta? che' non mi lascerebbe ire a' martiri l'angel di Dio che siede in su la porta. Prima convien che tanto il ciel m'aggiri di fuor da essa, quanto fece in vita, perch'io 'ndugiai al fine i buon sospiri, se orazione in prima non m'aita che surga su` di cuor che in grazia viva; l'altra che val, che 'n ciel non e` udita?>>.

Trema forse più giù poco o assai; ma per vento che ’n terra si nasconda, non so come, qua non tremò mai. Tremaci quando alcuna anima monda sentesi, che surga o che si mova per salir ; e tal grido seconda. De la mondizia sol voler fa prova, che, tutto libero a mutar convento, l’alma sorprende, e di voler le giova.

Ed elli: «O frate, andar in che porta? ché non mi lascerebbe ire a’ martìri l’angel di Dio che siede in su la porta. Prima convien che tanto il ciel m’aggiri di fuor da essa, quanto fece in vita, per ch’io ’ndugiai al fine i buon sospiri, se orazïone in prima non m’aita che surga di cuor che in grazia viva; l’altra che val, che ’n ciel non è udita?».

Per correr miglior acque alza le vele omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a mar crudele; e canterò di quel secondo regno dove l’umano spirito si purga e di salire al ciel diventa degno. Ma qui la morta poesì resurga, o sante Muse, poi che vostro sono; e qui Calïopè alquanto surga,