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Aggiornato: 4 luglio 2025
L'anima mia era tanto presa da un solo pensiero, era tanto attenta ai menomi casi di ogni momento, che se non l'avessi riveduto più tardi non ricorderei il quieto verde grembo del Giura di Franconia, dove la solitaria stazioncina di Eichstätt si affaccia alle rotaie fra colli selvosi e deserti. Un signore, salutato allegramente da' miei compagni di viaggio, venne allo sportello ed aiutò Violet a scendere, mentre il dottor Topler agitandogli incontro le braccia, vociferava non so che cosa a tutta velocit
Bisognava andare. Sùbito s'udì un brusìo di voci sommesse, che mi fece guardar vivamente dall'altro lato della strada, per un vetro non difeso dalle tendine, tra il sedile del cocchiere e lo sportello.
I più quieti lavoratori si accontentavano di guardar dietro alla truppa, stando a sportello o sui balconi; altri, come facchini, carbonari, macellaj, correvanle dietro, e domandavansi un l'altro dove andassero, e nessuno sapeva soddisfarne la curiosit
M'affretto ad aprire, prendo il lumicino dal bardotto, metto la palma della mano dietro la fiammella per veder bene, e mi si presenta innanzi una faccia così poco da cristiano ch'io fui ad un pelo da ribattergli lo sportello sul muso e tornarmene senza altro al mio fuoco.
E si alzò per prendere la sua mantiglia. Scesero lo scalone, l'uno a braccio dell'altra, muti, senza guardarsi. Allo sportello della carrozza egli salutò con una grande scappellata. Laura sorrise. Verrete più tardi al teatro, Sanseverino? A far che? Quello che tutti fanno. No. Me ne vado a giuocare al Circolo. Questo vi distrae? Punto. Tutto è inutile, tutto. Buona sera, contessa Mormile.
Figuratevi che tutti gli artisti, perfino i clowns, quando vengono a fare i loro giuochi, entrano nell'arena in carrozza a quattro cavalli, cogli staffieri dietro, tutti incipriati, pronti a saltar giù, per aprir lo sportello ai gloriosi mattaccini.
Piazza Beccaria, numero cinque disse la Teresa al fiaccheraio, mettendo il piede sul predellino. Ell'era bianca in viso come una morta, ma risoluta. Il cameriere dell'albergo, salutando, chiuse lo sportello; la vettura partì.
Una carrozza era ferma; feci per salire, e una mano candidissima uscì dallo sportello per aiutarmi; guardai dentro con occhio di meraviglia era Clelia. Non dirò la mia sorpresa, nè se più grande fosse in me la riconoscenza o il piacere.
Fa presto!... Più presto!... ordinava al cocchiere, sporgendo automaticamente il capo dallo sportello; ma avrebbe voluto piuttosto gridargli: «Torna indietro!... Torna a casa!...» per evitare ai due disgraziati una crisi mortale.... Così dunque finiva l'illusione della gioia; era quello il terribile risveglio: quello spasimo, quell'agonia!
Un raggio di Luna, a traverso i cristalli degli sportelli, le aleggiava sul viso e ne accresceva la pallidezza. Aveva l'aria di una visione. Quando il principe aprì lo sportello per presentarle suo fratello, un fiotto di luce delle fiaccole, che circondavano la vettura, la inondò. La visione sembrò arrossire.
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