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Aggiornato: 20 maggio 2025
²⁸⁶ Sozom., 492 sg. ²⁸⁷ Idem, 487 sg.
¹⁵⁸ Zosimo, 150. ¹⁵⁹ Sozom., 331. ¹⁶⁰ Liban., II, 161.
²⁹⁵ Sozom., 508; ῳ γαρ δια
¹⁶¹ Sozom., 432. La gran lotta che Costantino trovò fervente nel Cristianesimo era quella che si combatteva intorno all’eresia ariana, in cui era propriamente compromesso il principio fondamentale della teologia cristiana. La suprema difficolt
²⁷⁰ Sozom., 488. La tolleranza di Giuliano è dimostrata e commentata da Libanio, nel discorso necrologico, in modo da non lasciar dubbio che essa costituisse propriamente, per l’imperatore, un principio fondamentale di condotta. Dopo aver narrato come Giuliano rendesse i dovuti onori alla salma del suo nemico Costanzo, Libanio ci dice ch’egli inaugurava il culto degli dei «rallegrandosi di coloro che lo seguivano, deridendo gli oppositori, tentando di persuadere, ma non lasciandosi mai indurre a far violenza»²⁷¹. Eppure, continua Libanio, non gli mancavano gli eccitamenti a rinnovare le sanguinose persecuzioni d’un tempo, ma Giuliano stette fermo, convinto che «non è col ferro e col fuoco che si può imporre la rinuncia ad un falso concetto degli dei, poichè se anche la mano sacrifica, la coscienza rimprovera²⁷² ed allora si ha un’ombra di conversione, non gi
²⁹⁶ Iulian., 466, 1 sg. ²⁹⁷ Sozom., 511. Tutte queste violenze parziali, che hanno un carattere episodico e che non erano che l’inevitabile rappresaglia vicendevole di due partiti pressochè equivalenti, non bastano a togliere il fatto sostanziale della tolleranza religiosa che Giuliano confidava di poter usare come lo strumento più efficace della restaurazione da lui iniziata. Noi abbiamo gi
¹⁷¹ Socrate, 19. ¹⁷² Sozom., 357. Ma l’illusione svanì presto. La formola nicena diventò un nuovo tizzone di discordia. L’Oriente ecclesiastico era gi
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