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Aggiornato: 10 giugno 2025
e le mie luci, ancor poco sicure, vider Beatrice volta in su la fiera ch'e` sola una persona in due nature. Sotto 'l suo velo e oltre la rivera vincer pariemi piu` se' stessa antica, vincer che l'altre qui, quand'ella c'era. Di penter si` mi punse ivi l'ortica che di tutte altre cose qual mi torse piu` nel suo amor, piu` mi si fe' nemica.
e le mie luci, ancor poco sicure, vider Beatrice volta in su la fiera ch'e` sola una persona in due nature. Sotto 'l suo velo e oltre la rivera vincer pariemi piu` se' stessa antica, vincer che l'altre qui, quand'ella c'era. Di penter si` mi punse ivi l'ortica che di tutte altre cose qual mi torse piu` nel suo amor, piu` mi si fe' nemica.
68 Gli è ver che 'l negromante venuto era alla battaglia con vantaggio grande; che seco tratto in campo avea una fera, la qual si truova solo in quelle bande: vive sul lito e dentro alla rivera; e i corpi umani son le sue vivande, de le persone misere ed incaute de viandanti e d'infelici naute.
Io vidi in quella giovial facella lo sfavillar de l'amor che li` era, segnare a li occhi miei nostra favella. E come augelli surti di rivera, quasi congratulando a lor pasture, fanno di se' or tonda or altra schiera, si` dentro ai lumi sante creature volitando cantavano, e faciensi or D, or I, or L in sue figure.
Non fur piu` tosto dentro a me venute queste parole brievi, ch'io compresi me sormontar di sopr'a mia virtute; e di novella vista mi raccesi tale, che nulla luce e` tanto mera, che li occhi miei non si fosser difesi; e vidi lume in forma di rivera fulvido di fulgore, intra due rive dipinte di mirabil primavera.
Non fur piu` tosto dentro a me venute queste parole brievi, ch'io compresi me sormontar di sopr'a mia virtute; e di novella vista mi raccesi tale, che nulla luce e` tanto mera, che li occhi miei non si fosser difesi; e vidi lume in forma di rivera fulvido di fulgore, intra due rive dipinte di mirabil primavera.
vegnati in voglia di trarreti avanti>>, diss'io a lei, <<verso questa rivera, tanto ch'io possa intender che tu canti. Tu mi fai rimembrar dove e qual era Proserpina nel tempo che perdette la madre lei, ed ella primavera>>. Come si volge, con le piante strette a terra e intra se', donna che balli, e piede innanzi piede a pena mette,
Io vidi in quella giovïal facella lo sfavillar de l’amor che lì era segnare a li occhi miei nostra favella. E come augelli surti di rivera, quasi congratulando a lor pasture, fanno di sé or tonda or altra schiera, sì dentro ai lumi sante creature volitando cantavano, e faciensi or D, or I, or L in sue figure.
Non fur più tosto dentro a me venute queste parole brievi, ch’io compresi me sormontar di sopr’ a mia virtute; e di novella vista mi raccesi tale, che nulla luce è tanto mera, che li occhi miei non si fosser difesi; e vidi lume in forma di rivera fulvido di fulgore, intra due rive dipinte di mirabil primavera.
e le mie luci, ancor poco sicure, vider Beatrice volta in su la fiera ch’è sola una persona in due nature. Sotto ’l suo velo e oltre la rivera vincer pariemi più sé stessa antica, vincer che l’altre qui, quand’ ella c’era. Di penter sì mi punse ivi l’ortica, che di tutte altre cose qual mi torse più nel suo amor, più mi si fé nemica.
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