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Aggiornato: 31 maggio 2025


Io sono lo sceicco Fit Debbeud ed amo alla follìa la donna che tu ami. Chi?... Fathma?... , amo Fathma, ma l'amo, come ti dissi, alla follìa. Io seppi che tu l'amavi e che ella ti corrispondeva, e giurai in cuor mio di togliere l'ostacolo che mi sbarrava il cammino. Ebbi la fortuna di pigliarti e ti seppellii quaggiù per farti crepar di gelosia e sopratutto di fame.

Affrettiamoci di dire che questo vecchio è il conte di Montsauron, altrimenti non lo si riconoscerebbe certo. Il conte era d'eccellente costituzione e di tempra fortissima; questo solo l'avea salvato dal seguire sua figlia nel sepolcro; poichè il dolore che lo aveva fulminato era di quelli che ben sovente uccidono; perdendo lei, egli aveva perduto tutto ciò che ancora lo riteneva quaggiù.

«Pensiero...! rispose la cieca, che alla maniera con cui veniva interrogata da lui, non avrebbe mentito taciuto per nulla al mondo: V'era anche questo, che Bianca si voleva bene con un giovinetto quaggiù della nostra vallata; e mi pareva che sposando uno, quando il suo cuore era gi

Io voleva venire qua subito, ma ho aspettato fino a stamane, perchè mi sarebbe parso di dargli appicco a credere che io credessi, quel che egli crede... cioè... che la mia figliuola... basta! Brevemente... questa mia figliuola voleva bene ad uno quaggiù di D... «Lo so! lo so! lo so!

Questo è il meriggio! Questo è il triste meriggio della mia Povera vita! Io sono solo e piango, Ed amo ancora! Oh!... N'ho provate tante D'amarezze quaggiù!... Negli anni primi Io senza guida rimasi qui in terra; Poscia, orrende compagne, ebbi la fame, E la miseria, e il freddo, e la crudele Compassion dei felici, e l'ironia Dei mille!...

Il povero tutore sbuffava; si tingeva a più radi intervalli, e cominciava per davvero a piangere sua moglie, che almeno lo lasciava libero all'estero e che, se fosse stata ancora quaggiù, se l'avrebbe digerita lei, la nipote!

Terminato il servizio funebre, che riuscì commoventissimo, il giorno passò in domestici ragionari. Ecco, diceva Antonio, noi abbiamo anche oggi commemorata una creatura nata per soffrire quaggiù. Ah! gran che! la virtù dunque essere dee sempre sventurata sulla terra?

Veddero un fregno buffo, co' la testa Dipinta come fosse un giocarello, Vestito mezzo ignudo, co' 'na cresta Tutta formata de penne d'ucello. Se fermorno. Se fecero coraggio... Ah quell'omo! je fecero, chi sete? E, fece, chi ho da esse'? So' 'n servaggio. E voiantri quaggiù chi ve ce manna? Ah, je fecero, voi lo saperete Quanno vedremo er re che ve commanna.

Don Francesco, comecchè peritissimo a dissimulare, male poteva nascondere la sorpresa e il dispetto alla vista di costui; pure fingendo alla meglio, che potè, lo andava interrogando: E qual diavolo ti sbalestra in questo arnese, e in questa ora quaggiù? Tu sei ferito! Quale stroppio è egli accaduto?

Qui saremo felici! Restiamo fuori ancora un po'. Non sono stanca, non ho sonno... A che pensi, babbo? domandò, vedendo che questi taceva. Penso egli rispose che non so se ho fatto bene, impiegando qui tutta la nostra fortuna. La terra è infida, quanto il mare, specie quaggiù. E ti senti scoraggiato in questo momento? lo rimproverò la figlia. Ora che noi siamo qui? Tu hai detto: Qui saremo felici!

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