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Aggiornato: 12 luglio 2025
El dilecto che ha colui che va per questa via non sarebbe la lingua tua sufficiente a poterlo narrare, né l'orecchia a poterlo udire, né l'occhio a poterlo vedere; però che in questa vita gusta e participa di quel bene che gli è apparecchiato nella vita durabile.
Facciamo vi sia un poetino, il quale senta l'irresistibile desiderio di narrare al pubblico i dolori del suo cuore trafitto ed intanto si chiami Pasquale; i dolori ed il cuore trafitto, hanno un carattere d'incompatibilit
Giovanni Episcopo parla così; e lungo l'intero lavoro il suo accento non muta. Racconta casi assai diversi da quelli dell'uffiziale russo diventato strozzino. Nessuna rassomiglianza può notarsi tra Benigna e Ginevra, tra il dramma del vigliacco marito di questa e quello più elevato, più tormentoso del marito di Benigna... Eppure a chi ha letto Krotkaïa par di sentir narrare un'identica storia.
«Laverò le mie mani fra gl'innocenti e circonderò il tuo altare, o Signore, per udire la voce delle tue lodi e narrare le universe tue meraviglie».
Ella è di tanto dilecto in se medesima, che la lingua tua nol potrebbe narrare. Dico che questa anima, cresciuto il fuoco del desiderio, con odio sancto di sé avendo trovato il luogo, col lume della fede v'entra dentro morta, se egli è vero obbediente, cioè che perfectamente abbi observata l'obbedienzia generale.
Parlate su, dite chiaro, e dite presto quel che sapete. Il vostro narrare lento e misterioso ci stucca.
Però mi son proposto, io Siciliano, di narrare la mutazion di dominio, che seguì nella mia patria al cader del secolo decimoterzo. E in vero, lasciati i tempi rimoti troppo, difformi per costumi, religione, linguaggio, e tutt'altra parte di civilt
Essa altro non brama fuorchè di por piede entro le mura di Roma, per abbracciare il suo vero marito, dal quale fu per lunga pezza disgiunta. Qui mi fu d'uopo narrare dettagliatamente l'istoria del mio incontro coll'Ascolana a Grottamare, l'intendimento del viaggio, e tutto insomma dall'a alla zeta quanto ci era accaduto. Storia di Milano dal 1836 al 1848. STORIA DI MILANO dal 1836 al 1848
«Con belle promesse e belle speranze io le feci percorrere gran tratto del viaggio; ma alla fine non volle più credere alle mie parole, e cominciò a disperarsi, a piangere, a scongiurarmi, poveretta, e non vi saprei narrare lo spavento da cui fu assalita quando potè accorgersi ch'io la conduceva per gli stati veneziani.
«Oh!... e come si possono sapere codeste cose? chiese Margherita, che sempre aveva preso diletto a farsi narrare favole e leggende. «Dai libri, rispose il padre Anacleto; ma sono libri latini, che non tutti li sanno leggere...» «Ci racconti qualcosa lei, ci racconti...» entrò a dire damigella Maria. «Sì, sì padre, racconti: incalzava Margherita.
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