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Aggiornato: 9 ottobre 2025


La Salvestra. Dio le conservi i bei sogni! Ma, se pur venisse, non sarebbe forse il benvenuto. La Rondine. Non verrebbe, se non fosse aspettato. La Salvestra. Ma non si sa quel che s’aspetta. La Rondine. Non s’aspetta che l’amore. La Salvestra. E arriva il dolore. Beata lei, beata lei che fa il saggio del miele e non si dubita del cotogno!

Ma col tempo, il miele diventa fiele, il vino diventa aceto, l'amore diventa uggia.

Con una piccola provvista di farina e miele, noi ce la passiamo ancora discretamente, ma pei poveri servi manca letteralmente di che far tacere le domande dello stomaco, e sono ammirabili come sopportano il digiuno, lavorando sempre e lamentandosi mai. Il 17 partiamo prima di giorno, percorrendo un altipiano sparso di immensi massi prismatici di roccia nuda rossastra.

Sono le spume morbide e fioccose che pare si debbano dileguare ad un soffio, le creme tremule, candide, giallette, i frutti gelati coperti di una trasparente pellicola argentina; le lucide cascate dei canditi, le gravi pesantezze dei mandorlati, il bruno cioccolatte sotto tutte le forme e tutti gli aspetti, le paste leggere, sgranate, che si liquefanno sotto il dente; i datteri imbottiti di pistacchio, unione nobilissima come quella del latte col miele: insomma la riunione di quanto vi è di più gentile, di più fine, di più elegante; le carezze della vista, del gusto e dell'odorato; il raffinato e lo squisito nella più completa loro manifestazione, il punto culminante di ogni più strano desiderio e la poesia più alta e più pura delle sensazioni, la fantasia diventata vita, l'ideale artistico realizzato, anzi il summum dell'arte.

Gli associati al Patto di Roma non si erano accorti che la Camera affittata a due non aveva niente che fare con La luna di miele: e, venuti col proposito di applaudire a ogni costo il Cavallotti, avevano sincerissimamente applaudito... Eugenio Scribe!

Comunque sia, quando il giovane ufficiale giunse in patria, ben pochi s'erano accorti di aver perduta, senza combattere, una prima battaglia. Il paese era nella luna di miele della libert

Ma il movente maggiore di quel fatto di sangue, di miele e di cipolle, mi venne da un lungamente maturato bisogno di ghiottoneria, di cui era forse inconscio io stesso nel momento della catastrofe. Il Niño d'Ambra era l'ideale delle mie merende e delle mie cene. La vendetta fu il pretesto della gola.

Questa gente povera e pacifica non faceva uso del fuoco; e per lo più si nutriva di miele selvatico, di gomme, e dei nidi di certe rondini indigene che prolificavano nelle caverne.

La vera luna di miele apparve finalmente per la Sirignano, quando, rimasta libera, sposò altro uomo che la rese felice; e, vissuta lungamente, nella sua tarda vecchiezza, non cessava scherzevolmente di ripetere: «Son tanto sdegnata della verdura, che dal 1787 non mangiò più insalata»²¹⁹.

Fu cordialissimo, ci trattò di tecc, volle regalarci un montone e del miele e chiese qualche medicamento.

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