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Aggiornato: 8 giugno 2025
«Sono scene le quali valgono a fissare uno dei tanti aspetti che presentano le cose della vita; aspetto passeggiero, fuggevole se si vuole, ma profondamente vero e ritratto con meravigliosa efficacia di rappresentazione. Esse rispondono dunque alla tendenza del pensiero moderno.
E dopo vien l'ultima scena della meravigliosa rappresentazione cominciata alle otto della mattina in piazza della Bastiglia: la notte di Parigi.
Egli andò difilato da suo zio, e senza dir molte parole ebbe la sorte meravigliosa di rendere il macellaio mansueto come un vitello da latte.
Mori, ripigliò egli, ebbe ucciso il cavallo, e aggrappatosi alla coda d'altro cavallo venne atterrato e spento di moschetto e di pietra. Il piccolo drappello lottando con valore e con calma sopravvisse in parte all'eccidio con sì meravigliosa fortuna che tuttavia parmi una illusione. Non so comprendere come quegli astuti villani non abbiano asserragliato la strada, e spiego la singolare fortuna nostra congetturando che tirassero al cavaliere, avidi del cavallo. E per ciò e per la velocit
Noiosa? No. Triste, allora? ... sì. Eravate voi, triste? domandò ella, con la sua meravigliosa voce cantante un'armonia strana. ... non so. Credo... credo che sia stato io, triste Paolo Herz soggiunse, vagamente. E vi siete consolato, Paolo? M'immagino di no... certamente, no. Eh! passer
La mia 74 ha una salute di ferro, anzi d'acciaio, una meravigliosa sensibilit
Pure, da questo esaltamento spirituale che io celava con tanta meravigliosa dissimulazione, nacque in me una sete più ardente di veder l'uomo che mi amava e che io amava, di stare con lui, di vivere insieme a lui. La mia casa e mio marito rappresentavano per me l'avversit
Si parlava della meravigliosa scoperta fatta quella mattina medesima dallo speziale intorno al famoso cavaliere Salicotto, e se ne facevano i più caritatevoli commenti, e se ne deducevano le più innocenti conseguenze che sappiano la malizia umana, l'invidiosa maldicenza e la malignit
Giuliano, da vero neoplatonico, non comprese, non sentì dove fosse propriamente la forza del Cristianesimo, quale fosse la causa essenziale che gli aveva data una così meravigliosa vittoria sulle potenze del mondo. Questa forza e questa causa vanno cercate nel principio di redenzione di cui il Cristianesimo era il nunzio desiderato. Il Cristianesimo era una religione pessimista nel senso che poneva il male come un fatto inerente al mondo ed all’umanit
Diremo noi brevemente dove fosse andato; in Francia, alla corte di Carlo VII, il re di cui avea detto Lahire, che perdeva «allegramente» il suo regno, e a cui il fiore dei cavalieri francesi e una meravigliosa pulzella dovevano riconquistarlo più tardi; ci era andato, non gi
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