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Aggiornato: 22 giugno 2025
Si arrestava con sfacciataggine a squadrarmi, colle mani dietro alla schiena, colle quali dimenava una grossa canna come una coda e con quegli occhi pesti pareva dirmi: Ocio, matricolino che so tutto e ti posso far legare. Il Trovatore, aveva delle velleit
Oh! parlava spedito, quella sera, Prospero Anatolio: l'avvocatessa non poteva esercitare su di lui i fascini occulti che gli legavano la lingua! Era un donnone colossale, colle spalle e colle braccia rosse e rigonfie. In capo aveva un'acconciatura di penne bianche e di fiori finti, con le fogliuzze d'oro; vestiva un abito di seta chiara, a strie verdognole, guernito con bottoni d'acciaio brillantato. Al collo portava una collana di perle false, nelle orecchie smeraldi di Murano, in mezzo al petto, enorme e sformato, uno spillone di filagrana, con una miniatura rappresentante la Piazzetta di S. Marco e la laguna. Aveva la bocca grande, il labbro superiore ornato da due baffetti da matricolino, i denti guasti e il naso a ballotta. Per farsi bionda, essendo rossa di capelli, s'era coperta di cipria e ne aveva sul collo, nelle orecchie, sulle braccia, tanto da infarinare la giubba di Prospero Anatolio, che non poteva a meno di sentire una certa ripugnanza scorgendo un cordoncino annerito dal sudore e dall'uso, il cordoncino del corsè, che usciva fuori, di dietro, sulle spalle, fra il candido fisciù dell'ampia scollatura, rivelatore indiscreto di certi misteri che non destavano curiosit
Si arrestava con sfacciataggine a squadrarmi, colle mani dietro la schiena, colle quali dimenava una grossa canna come una coda e con quegli occhi pesti pareva dirmi: Ocio, matricolino, che so tutto e ti posso far legare. Il Trovatore aveva dello velleit
La Nina che non capiva bene per colpa di chi la battesse il suo padrone, aveva cercato di scappare dall'uscio sul ballatoio; e fu allora che il vecchio esasperato, pensando forse che volesse fuggire di casa, le sbarrò il passo, l'afferrò pei capelli e la fece strillare come un'aquila. Era troppo ormai anche per un matricolino.
La Nina che non capiva bene per colpa di chi la battesse il suo padrone, aveva cercato di scappare dall'uscio sul ballatoio; e fu allora che il vecchio esasperato, pensando che volesse fuggire di casa, le sbarrò il passo, l'afferrò pei capelli e la fece strillare come un'aquila. Era troppo ormai anche per un matricolino.
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