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Aggiornato: 22 maggio 2025
Appena che i giurati si rimisero dal colpo che li avea rovesciati, e che furono ritrovate le lavagne e le matite, e consegnate loro, si misero a scarabocchiare con molta premura la storia del loro ruzzolone, salvo la Lucertola che non s'era riavuta e sedeva con la bocca spalancata, e guardando la volta. "Che cosa sapete di quest'affare?" domandò il Re ad Alice. "Niente," rispose Alice.
"Notate queste cose," disse il Re ai giurati, e questi si misero a scrivere con molta premura le tre date, sopra le lavagne, e poi le sommarono riducendole a lire e centesimi. "Cavatevi il cappello," disse il Re al Cappellaio. "Non è mio," rispose il Cappellaio. "È rubato!" sclamò il Re, rivolto a' giurati, i quali subito presero nota del delitto.
Il quale, a mala pena l'ebbe lontana due passi, tornò al giuoco di prima, e visto che la giovinetta guardava a lui, cavò rapidamente, il foglietto bianco dal seno, e col pretesto di intingere il pennello nel pentolino, s'accostò al murello, vi depose il foglietto, per modo che uno dei capi restasse trattenuto da quell'arnese fuligginoso, tanto che non cadesse giù, tra il ciglio del murello e le lavagne traforate che correvano tutto intorno, a riparo dagli sguardi profani.
I giurati scrissero tutti sulle lavagne, "Ella non crede che vi sia in esso neppure un briciolo di senso comune," ma niuno cercò di spiegare il senso di quel foglio. "Se non c'è senso comune," disse il Re, "ciò ci toglie da un mondo d'imbarazzi, e noi certo non ci affanneremo per trovarvene uno.
Alice potette osservarlo, poichè era vicina a loro e potea sbirciare sulle lavagne; "ma non importa niente," pensò fra sè. Allora il Re, che era stato occupatissimo a scrivere sul suo taccuino, gridò "Silenzio!" e lesse dal suo libriccino "Regola quarantaduesima. Ogni persona, la cui altezza supera il miglio, deve uscire dal Tribunale." Ognuno riguardò Alice.
"Niente affatto?" replicò il Re. "Niente affatto," soggiunse Alice. "Ciò è molto importante," disse il Re, rivolgendosi a' giurati. Essi si accingevano a scriverlo sulle lavagne, quando il Coniglio bianco li interruppe: "Non-importante, è questo il senso delle parole di Vostra Maest
Il fumo, dopo aver vagato a tingere le pareti, si risolveva a uscire per l'apertura d'un finestrino, che lasciava vedere attraverso alle lavagne del tetto la luce delle stelle.
Alice vedeva così bene come se fosse stata dietro le loro spalle, che scrivevano "sciocchi," sulle loro lavagne: osservò altresì che uno di loro non sapeva sillabare "sciocchi," e domandava al suo vicino come dovea compitarlo. "Che ammasso di scarabocchi faranno sulle lavagne pria che il processo sia terminato!" pensò Alice.
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