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Aggiornato: 9 maggio 2025


Così fu preso. Certo il Macchiavelli intendeva di fare un trattato o di riunire un codice, e qui sta la grande contraddizione della sua natura, l'inconscio della sua arte. Petrarca disprezzava i propri sonetti e si stimava un epico: Macchiavelli si crede prima un politico, poi uno scienziato della politica e non ne è che l'artista. L'ammirabile chiaroveggenza, la sicurezza d'analisi sugli uomini non gli hanno giovato nella pratica. L'arte invece è una seconda vista: può fallare un individuo, ma coglie il tipo e ricostruendolo nella idealit

La fantasia del Macchiavelli, così facile ad accendersi pel fuoco dell'interna passione, s'infiammò: in poco tempo come sotto gli occhi del duca interruppe i Discorsi e scrisse il Principe. Nemmeno questo è un trattato, ma una biografia di lui, spesso sottintesa, frequentemente raccontata a brani, richiamata con esempi, narrata e costrutta con osservazioni e massime riassunte dalla sua opera e dalla sua vita. Lo stile di una trasparenza di cristallo è squillante e tagliente. I due sogni di Macchiavelli, il grand'uomo e il grande Stato si fondono nel Principe, ma egli vi coopera, ne è la mente che spiega l'opera fatale del temperamento. Il duca Valentino è l'inconscio, Macchiavelli la coscienza. Nessun dubbio lo turba, è sicuro di stesso: agisce nella realt

Le cose da nulla c'erano, e attendevano in casa sua l'inconscio Salvani. I nostri lettori non ignorano che il servo Michele era nel segreto della congiura, e rammentano certamente il suo dialogo col Bello nell'osteria della Piccina, nel qual dialogo s'eran fatte allusioni parecchie all'impresa, e alla parte che ci aveva da prendere Lorenzo. Queste cose.

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