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Aggiornato: 19 giugno 2025
Un argentino si offende se viene chiamato gringo. Tutti gl'Italiani indistintamente sono gringos. L'appellativo è usato correntemente. Dei gringos il più dispregiato è il tano. Tano è la corruzione di «napoletano». Tutti i meridionali sono «tani». Questa parola non è molto usata nelle classi decentes; se ne fa abuso nel volgo, specialmente della campagna. Siccome i poveri emigranti meridionali, calabresi, abruzzesi, napoletani, siciliani, sono i più miseri e i più incolti, la parola tano poco a poco è venuta a designare l'ultimo gradino dell'umilt
Da allora si sarebbero chiamati griegos gli stranieri, quasi come per dirsi: In guardia amico! Da griego gringo; e questo appellativo è restato quasi esclusivamente sulle spalle degli Italiani.
Non sono molti anni che rappresentava un'ingiuria mortale, ma poi i gringos sono diventati tanti che la parola ha perduto molto dell'acerbo significato, restando una semplice espressione disprezzante, come potrebbe essere da noi il vocabolo «stranieraccio». In forma amichevole gringo si cambia in gringuito.
Questo significa semplicemente, nell'Argentina, che i Consolati sono inutili. Supponete un caso pratico, prendiamo un esempio nella piccola cronaca di tutti i giorni: un soldato di polizia per distrarsi consegna un colpo di daga ad un gringo. Il poveraccio non può correre dal Console, da colui che dovrebbe rappresentare la tutela, la protezione della sua patria. No, deve «prima di tutto, fondandosi nelle garanzie accordate dalle costituzioni argentine, rivolgersi successivamente a tutte le autorit
Quante volte non è dato di udire i figli d'italiani chiamare il padre loro: El viejo gringo! Il vecchio gringo!...
Spesso invece è seguito da un immondo qualificativo decentemente intraducibile e pure tanto comune laggiù, che pare non abbia altro scopo che di riportare la parola gringo all'antico ingiurioso significato.
L'italiano si chiama gringo, un vocabolo dispregiativo, che non ha la traduzione. Non se ne sa nemmeno l'origine: alcuni credono che venga da griego-greco. Parrebbe che una volta, in uno dei primi anni del secolo passato, sbarcasse al Plata una comitiva di cavalieri d'industria greci, che rubarono mezzo mondo e poi presero il largo.
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